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71 rmo maggio 2022 aziende nelle condizioni di non poter rispettare le consegne pattuite per mancanza di operatori sulla linea. Vi è poi una sfida più tipicamente produttiva: quella legata al tempo ciclo. Un numero sempre maggiore di produzioni richiedono tempi ciclo specifici, rapidità di esecuzione, co- stanza nella produzione. L’automazione è sembrata fin da subito una possibile soluzione alle sfide del settore, ma con alcune importanti limitazioni. Infatti, costo delle macchine e spazio a disposizione rappresentano il limite classico che molte aziende affrontano nei processi di implementazione delle automazioni legate alla piegatura della lamiera. Può l’automazione collaborativa rispondere con efficacia a tutte queste sfide, vincendo anche i limiti strutturali di spazio e budget? Vediamo come attraverso il racconto delle soluzioni sviluppate da RPC, azienda specializzata nella produzione di macchine piegatrici e partner OEM di Uni- versal Robots. I cobot UR sono utilizzati in decine di appli- cazioni diverse e in migliaia di ambienti produttivi in tutto il mondo. La lavorazione della lamiera è uno di questi. Piegatura collaborativa. L’automazione collaborativa dei processi di piegatura ha consentito di risolvere le sfide settoriali di cui abbiamo parlato poc’anzi. Da un lato ha permesso di ovviare alla cronica carenza di specialisti sup- portando la crescita delle imprese e migliorando l’ergono- mia della fase (rendendo questa attività appetibile anche per i neoassunti). Dall’altro ha permesso di vincere la sfida legata ai livelli di produttività delle lavorazioni: i cobot infatti - pur po- tendo garantire una velocità di piegatura inferiore rispetto a quella assicurata da un operatore - offrono la possibilità di operare su turni ciechi, con maggiore costanza, senza pause o rallentamenti. In breve: una cella di piegatura au- tomatizzata collaborativamente, permette di assicurare un ritmo produttivo costante e di incrementare il tasso di pro- duttività. Le celle collaborative offrono ulteriori vantaggi. A cominciare dalle dimensioni contenute, che permettono anche ad aziende con problemi di congestione del layout di sfruttare i benefici dell’automazione. I cobot UR, infatti, grazie alle 17 safety native, possono operare senza recin- zioni di protezione (condizione che si verifica in oltre l’85% della casistica applicativa e comunque sempre previa analisi del rischio) a differenza degli antropomorfi, che richiedono invece l’installazione di diverse misure di sicurezza. Le celle collaborative, inoltre, risultano economicamente più vantaggiose: il prezzo iniziale è minore, il ritorno d’in- vestimento più rapido. Infine, le celle collaborative RPC ri- spondono, con efficacia, a un trend produttivo di settore Tre viste della cella Reactiva HPA 50-20 con 7° asse.
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