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30 rmo aprile 2022 INCHIESTA Come entrare sul mercato tedesco L’uniformità di scopi con la Germania, resa possibile dal comune impianto del Recovery Plan, apre quindi un’opportunità unica per gli investimenti delle imprese italiane. La corrente situazione di emergenza pandemica, e il fatto che questa nuova importantissima contribuzione è rivolta sia a imprese, ricerca e PA, evidenziano quindi la necessità per le aziende di ragionare in termini di reti di imprese. “Diverse sono le modalità per entrare nel mercato tedesco - illustra a riguardo l’avv. Paola Nardini, Europäische Rechtsanwältin of Counsel di CBAStudio Legale e Tributario, e console onorario della Repubblica federale tedesca per il Veneto -. Parlando di mera vendita di un prodotto, i produttori italiani normalmente si appoggiano a uno o più agenti tedeschi. Nel contratto di agenzia vi è grande uniformità a livello europeo fin dagli anni 80, a partire dalla Direttiva EU 86/653. Con alcune differenze sostanziali: è pertanto importante individuare quale sarà il diritto di riferimento più favorevole all’imprenditore, per definire ad esempio le indennità di fine rapporto, l’area di esclusiva e durata e risoluzione del contratto”. Altra possibilità d’ingresso è il contratto di distribuzione, che consta di un contratto quadro, ovvero di servizio, nel quale concedente e concessionario inseriscono i contratti di vendita. “Non deve necessariamente esserci una remunerazione economica, ma può anche esserci una mera remunerazione commerciale - specifica Nardini -. Pensiamo a un’azienda tedesca nominata distributore di un prodotto o di un brand di grande fama a livello mondiale: il suo interesse viene già dall’essere nominato distributore unico in Germania. Il vantaggio sarà poi ricavato nei concreti contratti di vendita tra produttore e distributore, o tra questo e i destinatari finali. Molte le tutele da inserire qui, fra tutte quella del marchio, ma è altrettanto importante stabilire se si applichi il diritto italiano o tedesco per individuare le indennità di fine rapporto, in quanto è prevista la cosiddetta indennità alla tedesca per il distributore”. European interest), gestiti dal Ministero federale dell’economia e dell’energia”. Transizione energetica e focus sull’idrogeno. Il focus sulla transizione energetica nel DARP prevede per la Germania un totale di 11,263 miliardi di euro. A questi si aggiungono risorse per 3,540 miliardi del NRP che include un fondo per il clima e l’energia. Nel DARP, l’area di intervento transizione ener- getica e ambientale è composta da quindici progetti divisi in tre sotto-obiettivi: decarbonizzazione e idrogeno rinnovabile (3.259 milioni di euro), Mobilità sostenibile (5.427 milioni) ed edilizia sostenibile (2.577 milioni). “La Germania per la transi- zione energetica punta soprattutto sull’idrogeno quale nuova fonte di energia rinnovabile - sottolinea Nikolai -. Qui la Germa- nia è capofila insieme alla Francia di un progetto Ipcei di ricerca e sostegno alle imprese per la conversione all’idrogeno verde. Vi saranno poi misure per incentivare la mobilità elettrica, con incentivi per l’acquisto sia di automobili che di mezzi pubblici. Infine, sono previsti incentivi e misure per la ristrutturazione di edifici pubblici e privati per ridurre l’impatto ambientale, con incentivazione delle costruzioni in legno, ragion per cui è previ- sto il coinvolgimento anche del Ministero dell’agricoltura”. Sul fronte della mobilità elettrica è degno di nota il dato delle im- matricolazioni di auto elettriche, che quest’anno in Germania hanno superato di poco quelle degli Stati Uniti. Dal prossimo anno dovrebbe inoltre divenire operativo alle porte di Berlino il primo impianto produttivo di Tesla in Europa.

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