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55 rmo novembre/dicembre 2021 I protagonisti Eleonora Atzeni è professore associato in tecnologie e sistemi di lavorazione al Politecnico di Torino : “Combinare tecnologie additive e sottrattive può risolvere i problemi legati alla rugosità delle superfici e alle tolleranze dei pezzi in additivo”. Paolo Calefati è head of Additive Manufacturing and innovation in Prima Additive : “Lavoriamo sul fronte meccatronica a nuove funzionalità sulle macchine e all’introduzione di nuove sorgenti laser e gestione multi-ottica per migliorare la tecnologia”. Francesco Benasso è pre-sales consultant di Siemens Digital Industries Software : “Una grande barriera per l’adozione industriale dell’Additive Manufacturing è la catena di lavoro altamente frammentata tra diverse soluzioni software in uso nelle aziende”. Florian Feucht è head of sales and applications for Lasertec SLM technology di DMG Mori : “Si ottengono enormi benefici in additivo configurando il processo con le giuste competenze, pensando in termini di funzionalità e non di restrizioni”. parti multifunzionali che riducono drasticamente il numero di particolari da assemblare in un pezzo. Infine, molto importante è anche l’uso ottimizzato dei materiali”. Una delle più grandi sfide da superare è però la qualità delle finiture dei pezzi stam- pati in 3D, che presentano non solo una rugosità elevata ma anche tolleranze inadatte a molti impieghi industriali. Le stesse metodologie di finitura utilizzate per i componenti prodotti in modo tradizionale possono essere applicate per migliorare le caratteristiche estetiche e tribologiche delle parti ottenute in additivo, dalla sabbiatura a metodi abrasivi meccanici più veloci e massivi, inefficaci però nel trattare le superfici più interne dei pezzi. Altro metodo è l’ablazione laser, interessante per le ap- plicazioni delle macchine laser che possono combinare diverse fonti laser distinte per costruzione e finitura. “Per ottenere le tolleranze spesso richieste per i componenti è però necessario ricorrere ai metodi sottrattivi - continua Atzeni -, combinando una macchina additiva a una macchina CNC sottrattiva, possibil- mente a cinque assi per poter lavorare le geometrie complesse dei componenti. Le lavorazioni possono essere svolte in serie, spostando il componente una volta stampato in additivo alla macchina CNC, o combinando metodi additivi e sottrattivi in un unico processo. In questo modo non solo è possibile lavorare senza dover riposizionare il pezzo ogni volta, ma si può anche risolvere il problema del difficile accesso alle parti interne che possono venire rifinite per asportazione mentre vengono stam- pate, proseguendo poi con l’aggiunta di materiale”.

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