RMO_239_OTTOBRE_2021

75 rmo ottobre 2021 con assoluta precisione la traiettoria impostata e applicare la colla solo dove necessario. Questa particolare fase produttiva avviene su un piano mezzanino all’interno del nostro impianto. Avevamo quindi anche precisi requisiti di peso a ingombro da considerare e rispettare. UR5 ha le dimensioni e il peso adatto per operare anche in condizioni di layout ingombro come qui. Pesa appena 20 kg e siamo riusciti comodamente a trasportalo a mano e installarlo in un’area soppalcata”. Asservimento macchine collaborative per una maggiore ergonomia. La terza applicazione sviluppata da LEM risponde ad una necessità di maggiore ergonomia per le operatrici e gli operatori presenti in LEM. Un cobot UR10 (1.300 mm di raggio d’azione e un payload di 10 kg) asserve una pressa a iniezione plastica che produce il frontale rigido delle maschere da sci. Nello specifico il cobot - al cui polso è stato integrato un grip- per con 4 punti di presa - inserisce nella pressa i due maschi di stampa nudi e preleva altri 2 maschi su cui poggiano 2 parti pre-stampate. L’operatore separa i maschi dai prestampati e ne verifica la qualità. Ogni ciclo inserisce nella pressa due maschi nudi e preleva due maschi con le stampe. “Il cobot si inserisce in questo processo assicurando due vantaggi - spiega ancora Lodigiani -. Da un lato garantisce maggiore ergonomia a tutta la fase mallevando l’operatore dal sollevare i maschi, il cui peso è di circa un kg, per più e più volte al giorno. Dall’altro garan- tisce - vantaggio essenziale trattandosi di stampa dei polimeri - una velocità e una pressione costanti alla pressa, migliorando così anche la qualità del prodotto finale”. Grazie alle imple- mentazioni robotiche LEM è riuscita a garantire ai suoi clienti l’esecuzione delle customizzazioni richieste e a rendere più produttivo e fluido l’intero processo produttivo. UR3 movimenta l’occhiale sotto la lama laser mantenendo co- stante la distanza dalla focale. Infine, deposita l’occhiale trat- tato in un raccoglitore e preleva il successivo dando avvio ad un nuovo ciclo. Le due celle così costituite sono autonome per circa 2 ore e non necessitano di presidio da parte dell’opera- tore, se non per le periodiche operazioni di controllo qualità sui pezzi lavorati, che viene ancora affidato alle sapienti mani degli operatori LEM. L’azienda ha sviluppato in house le dime e gli organi di presa necessari a svolgere l’operazione. “L’automazione di questo task ci ha consentito di ottenere due vantaggi fondamentali - spiega Stefano Lodigiani, gene- ral manager di LEM -. Da una parte ha reso possibile eseguire la marcatura, una customizzazione richiesta dal cliente, che manualmente sarebbe stato impossibile assicurare. Dall’altra siamo riusciti ad ottenere una cella sostanzialmente auto- noma, liberando preziose risorse umane su altri task a più ele- vato valore aggiunto”. UR5 non sbaglia una curva. Una seconda applicazione, che è stato necessario automatizzare in seguito ad un preciso re- design richiesto del cliente, è stata l’erogazione di una colla liquida sulla spugna che viene applicata sul telaio di un modello di smaschera da sci. La spugna, che rende maggiormente er- gonomica la maschera da sci, è stata infatti disegnata in modo da sporgere leggermente oltre il profilo della maschera stessa per poggiare sulla fronte. Questo nuovo disegno ha reso ne- cessario che la colla venisse applicata solo e unicamente sulla parte di spugna a contatto con il frontale della maschera e non oltre. “Un’erogazione così precisa era, ancora, impossibile da replicare manualmente - spiega Lodigiani -. Per questo ab- biamo deciso di implementare un cobot in grado di replicare

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