RMO_239_OTTOBRE_2021

27 rmo ottobre 2021 Cinque mesi del 2021. Secondo i dati Inail dei primi cinque mesi del 2021 le denunce di infortunio sul lavoro sono state 219.262 (+5,7% rispetto allo stesso periodo del 2020), 434 delle quali con esito mortale (+0,5%). In aumento le patologie di ori- gine professionale denunciate, che sono state 23.921 (+43,4%). I dati mensili sono fortemente influenzati dall’emergenza Co- ronavirus. Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro con- fronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di ‘punte occasionali’ e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accer- tati positivamente dall’Inail, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2021, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le co- municazioni obbligatorie, effettuate ai soli fini statistici e infor- mativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento. Il confronto tra i primi cinque mesi del 2020 e del 2021 richiede prudenza ed è da ritenersi poco significativo a causa della pan- demia che nel 2020 ha provocato, soprattutto per gli infortuni mortali, una manifesta ‘tardività’ nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi, ma amplificata so- prattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia, che ne infi- cia la comparazione con i primi mesi del 2021. Ciò premesso, nel periodo gennaio-maggio di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2020, un aumento delle denunce di in- fortunio in complesso, una sostanziale parità di quelli mortali e una risalita delle malattie professionali. Progetto ergoCub (Inail e IIT) La robotica è al servizio della prevenzione. Portare le tecnologie robotiche nell’industria 4.0, mettendo al centro dell’interazione tra uomo e robot l’accettabilità e il benessere psicofisico dei lavoratori. È questo l’obiettivo del nuovo progetto di ricerca di durata triennale ergoCub, promosso dall’Istituto italiano di tecnologia (IIT) e dall’Inail, che investirà circa cinque milioni di euro per la progettazione e realizzazione di nuovi umanoidi e tecnologie indossabili, in grado di valutare, gestire, ridurre e prevenire il rischio fisico dei lavoratori nei contesti industriali e ospedalieri. “Non si tratta di un punto di partenza – sottolinea il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – ma della nuova tappa del percorso di collaborazione avviato anni fa con IIT nel segno dell’innovazione tecnologica e che ha già portato a importanti risultati per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e per la riabilitazione degli infortunati. Nel frattempo, il mondo del lavoro è cambiato profondamente e la scienza ha sviluppato soluzioni sempre più all’avanguardia”. “Questa nuovo progetto supportato da Inail - afferma Giorgio Metta, direttore scientifico IIT - dimostra l’importanza di mettere in rete le eccellenze del nostro Paese, avendo come fine comune le ricadute verso i cittadini, come appunto l’utilizzo della robotica come un’opportunità per migliorare la sicurezza nell’ambiente di lavoro”. Marco Bentivogli, fondatore e coordinatore Base Italia “Il paradigma di Industria 4.0 è nella sua attuazione un modello di sicurezza sul lavoro – ha esordito Marco Bentivogli -. L’automazione, la sensoristica, i dati, l’IoT, intelligenza artificiale aiutano a fornire quella sicurezza a protezione delle persone, se non altro perché non sarà più necessario che l’operatore si trovi in prossimità del sistema produttivo. Insomma, la gestione da remoto delle macchine è garanzia di sicurezza”. E ha continuato: “Dispiace sottolinearlo, ma gli incidenti sul lavoro spesso avvengo in quelle situazioni produttive dove il parco macchine è obsoleto. Si utilizzano sistemi dove è ancora possibile togliere o modificare le sicurezze. Ciò non potrebbe accadere con macchine di ultima generazione, dove non è possibile manomettere gli impianti”. Un altro aspetto fondamentale ha detto Bentivogli è la collaborazione con le RLS (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza), la rappresentanza aziendale e l’impresa. La partecipazione tra le parti è importante per la riduzione degli incidenti e le morti sul posto di lavoro. Ma non è tutto. È bene ricordare che non dipende solo dalla tecnologia l’innalzare l’asticella della sicurezza. “Senza ripensare l’organizzazione del lavoro non è attuabile una maggiore sicurezza - dice Bentivogli -. La tecnologia può aiutare, ma non è determinante senza una nuova organizzazione dei processi produttivi. Il lavoro 4.0 è umanocentrico. La professionalità dei lavoratori è ancora più importante. Un robot collaborativo dovrà essere installato e dovrà lavorare in presenza di tecnici qualificati, in grado di gestirlo in tutte le sue funzioni. Nulla dovrà essere lasciato all’improvvisazione”. Ecco allora il ruolo fondamentale della formazione dei lavoratori: “Oggi, è necessaria una formazione di qualità. E’ necessario coinvolgere le persone, i ragazzi fin dalla scuola media sulla cultura della sicurezza. E’ necessaria una cultura diffusa da parte dei lavoratori, dirigenti e aziende – ha concluso Bentivogli -. In Italia a volte si considera la sicurezza un costo, in realtà ‘l’insicurezza’ ha un costo maggiore, non solo in vite umane, ma anche dal lato imprenditoriale, chi non punta alla sicurezza è un pessimo imprenditore dal punto di vista economico. La qualità del lavoro, che significa anche maggiore sicurezza e salute, e tutela dell’ambiente. Entrambe sono condizioni imprescindibili per uno sviluppo sostenibile”.

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