RMO_238

58 rmo settembre 2021 FOCUS AUTOMOTIVE nale combinato, la verniciatura del ‘car body’, ovvero delle parti di carrozzeria esterna e della componentistica ad essa associata, quali ad esempio alettoni, carenature etc. La verniciatura con ciclo a polvere della carrozzeria non riguarda ovviamente le auto, ma interessa prevalen- temente i veicoli pesanti adibiti a movimento terra (ruspe, escavatori), ed anche i macchinari per attività agricole quali trattori, sarchiatrici, distributori di fertilizzanti, mac- chinari per raccolta e molte altre, a cui si possono aggiun- gere macchine operatrici stradali come gli spargi-sale, rulli compressori, fresatrici. Nella maggior parte di queste applicazioni, si prevede un ciclo a due strati, comprendente un primer solitamente di natura epossidica o epossi-poliestere, ricoperto da un top-coat poliestere ad alta durabilità. Va sottolineato che la gamma dei primers da usarsi in questo campo, aventi finalità livellante ed anti-corrosiva, si sposta frequente- mente verso la chimica ‘ibrida’ in seguito alla necessità di pigmentare il fondo stesso con una colorazione il più simile possibile a quella da impiegarsi per il top-coat: que- sto viene fatto in modo da minimizzare il rischio di scarsa coprenza di quest’ultimo, che causerebbe difformità e va- riazioni di tonalità colore, non accettabili esteticamente. Questo aspetto, di non secondaria importanza nella defi- nizione e nella gestione del ciclo di ricoprimento, è specifi- catamente e fortemente legato alle tonalità particolari che vengono prescelte per il colore finale delle macchine: tali toni cadono molto spesso nel campo dei gialli, degli aranci, dei rossi o dei verdi chiari, laddove sia l’ottenimento del co- lore stesso richiede una messa a tinta non sempre semplice, e sia il potere coprente del top-coat in queste particolari gamme di tonalità può risultare molto scarso. La deposi- zione della mano a finire sopra un fondo di natura epossi- dica, tipicamente a pigmentazione fra il grigio medio ed il grigio scuro, porta inevitabilmente, a causa delle ancorché limitate irregolarità di spessore legate al processo indu- striale, a lasciar trasparire il colore del primer, che modifica la percezione e la omogeneità della tinta finale. Questa è stata la ragione della spinta a formulare diversi primers a polvere in versione epossi-poliestere, natura chimica deci- samente più versatile dal punto di vista dell’ottenimento di toni colore più differenziati e più ‘vivi’, simili infine al colore finale della carrozzeria stessa. È opportuno riservare un cenno anche all’uso, crescente anche nel segmento Automotive, di polveri particolari di natura epossidica ed aventi carattere di tipo funzionale ed impiegate per il rivestimento/isolamento elettrico di alcuni particolari del veicolo: questi prodotti, applicati solitamente ad alto spessore di strato (nell’ordine delle centinaia di micrometri), stanno riscuotendo un notevole successo ad esempio nella copertura dei ‘Busbars’ (che ne- cessitano di alto isolamento elettrico), e le ‘battery cases’, per tutti i tipi di batterie. Verniciatura dei cerchi in lega. L’ultima breve descri- zione, non certo di minore importanza, ma anzi quale am- bito utilizzativo di rilevanza assolutamente strategica nel campo delle polveri termo-indurenti, va riservata alla ver- niciatura dei cerchi in lega per auto e moto veicoli : questa tecnologia rappresenta un caso esemplare di ‘ciclo misto’, dove cioè l’abbinamento dell’utilizzo di prodotti a base polvere ed a base liquida è estremamente diffuso, con- solidato e soprattutto soddisfacente ai fini del raggiun- gimento delle elevate prestazioni funzionali ed estetiche richieste al manufatto. Il ciclo normalmente comprende la deposizione di un primo strato di circa 80-100 micrometri di primer epossi- poliestere a polvere, avente elevatissima attitudine alla distensione ed eventualmente levigabile, seguito da una mano di base-coat liquido (circa 20 µm) generalmente di tonalità grigio o nero metallizzato: a completamento, si applica uno strato di top-coat trasparente che può essere a polvere (poliestere) o un liquido a base acrilica, quale finitura che impartisce la resistenza e durabilità all’am- biente esterno e fortemente aggressivo nel quale il cer- chio viene posto in utilizzo. Si ringrazia il prof. Paolo Gronchi, presidente di PoliEFUN, per il lavoro di coordinamento. Applicazione Interpon A4000 (primer and Clear-Topcoat) per cerchi in lega. (Akzo Nobel)

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz