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55 rmo settembre 2021 di Alessandro Di Lucrezia (Geico Taikisha) L a verniciatura in campo Automotive sta attraversando una lunga fase di transizione che potremmo descrivere osservando il ventennio in corso 2010-2030, ovvero i 10 anni appena trascorsi e le prospettive per i 10 anni appena iniziati. Ci sono alcuni macro-trend che hanno preso piede nella prima metà di questo ventennio e sono nel pieno del loro sviluppo. Altri sono temi che non hanno ancora trovato un concreto riscontro operativo, ma hanno buona probabi- lità di trovarlo da qui al 2030. Utilizzo dell’alluminio. Da anni, per esempio, si discute di un aumento dell’utilizzo dell’alluminio nella composizione della scocca con lo scopo di alleggerirla, questo per consen- tire minori consumi alle auto con motore a combustione interna e, allo stesso modo, maggiore autonomia alle auto elettriche. La crescita si è effettivamente vista, ma è stata per lo più appannaggio delle auto di alta gamma. Sul parco circolante comune si è puntato di più su geometrie studiate per l’irrigidimento della scocca e sull’utilizzo di acciai alto re- sistenziali, in modo da ottenere l’alleggerimento utilizzando spessori di lamiera inferiori, a parità di risultato. L’aumento, reale o teorico, della percentuale di allumi- nio ha comunque influenzato le scelte dei produttori di prodotti chimici, i quali hanno accelerato lo sviluppo di prodotti di conversione nanotecnologica che potessero sostituire la tradizionale fosfatazione, inadatta a trattare questo metallo. Se nel 2010 i costruttori di automobili che sceglievano la conversione nanotecnologica erano ‘mo- sche bianche’, oggi sono la maggioranza, alla luce sia dei buoni risultati ottenuti da chi è stato precursore, sia dei benefici energetici legati al fatto che si tratta di un pro- cesso a temperatura ambiente, contrariamente al processo di fosfatazione, che richiede che il bagno sia mantenuto intorno ai 50°C. Verniciatura Primer-Less. Un’altra tendenza che ha preso a tutti gli effetti piede negli ultimi 10 anni è quella della verniciatura Primer-less, il cosiddetto ‘ciclo compatto’. Lo strato di Base Coat non assolve più soltanto la funzione cromatica, quindi principalmente estetica, bensì gli è stato affidato anche il compito di proteggere la cataforesi dai raggi UV, tipicamente svolto dal Primer. Questo viene re- alizzato applicando due mani di diverse di Base Coat ‘ba- gnato su bagnato’, la prima con caratteristiche di elevata copertura, la seconda con valenza per lo più estetica, per esempio la metallizzazione o micalizzazione. Per miglio- rare anche l’impatto ecologico del ciclo, queste vernici sono state sviluppate a base acqua. Soltanto lo strato di Clear Coat, applicato a copertura fi- nale, è ancora costituito da vernice a base solvente. I co- struttori che hanno provato applicazioni di trasparente a polvere o a base acqua sono tutti gradualmente tornati all’applicazione a solvente, il più delle volte bicomponente, perché è quella che combina meglio il risultato estetico con le aspettative di resistenza agli agenti atmosferici ed al colpo di pietra. Le tendenze future attualmente visibili per i prossimi 10 anni sono in qualche modo una naturale evoluzione di quelle consolidate nei 10 precedenti. Così come con l’introduzione della conversione nanotec- nologica si è ottenuto un beneficio energetico passando ad un trattamento a temperatura ambiente, sono in svi- luppo prodotti di sgrassaggio che consentano una ridu- zione delle temperature dei bagni di lavaggio iniziale della J-Detect è il prodotto sviluppato da Geico per rendere possibile in maniera automatica l’identificazione di difetti di verniciatura superficiali all’interno della linea. (Geico Taikisha).
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