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33 rmo settembre 2021 euro, proseguendo con il trend negativo avviato nel 2019. Per quanto riguarda la previsione 2021, come emerge dai dati elaborati dal Centro Studi Ucimu, la produzione di macchine utensili dovrebbe crescere, del 10,9%, a 5,7 mi- liardi di euro. L’export si dovrebbe attestare a 3,1 miliardi di euro, pari al 9,4% in più dell’anno precedente. Anche il consumo crescerà sfiorando i 4 miliardi di euro, pari al 10,9% in più rispetto al 2020. La domanda italiana farà da traino per le consegne dei costruttori, attese in crescita a 2,6 miliardi (+12,7%), e per le importazioni che dovreb- bero attestarsi a 1,3% miliardi (+7,6%). Ordini primo semestre 2021. Nel primo semestre del 2021, l’indice ordini ha registrato un incremento dell’88,2%. Tale risultato è stato determinato dai buoni riscontri raccolti dai costruttori sia sul mercato interno sia estero. In particolare, gli ordini interni sono cresciuti del 238% rispetto al periodo gennaio-giugno 2020; gli ordini esteri hanno registrato un incremento del 57,5% rispetto al primo semestre 2020. Barbara Colombo ha sottolineato: “Il 2021 appare di tenore completamente diverso rispetto al 2020: c’è un clima di fiducia che cresce e si consolida di mese in mese, come emerge dai dati di raccolta ordini, e ci aspettiamo culminerà in ottobre in occasione di EMO Mi- lano 2021, la fiera mondiale del settore”. E ha continuato: “Purtroppo però vi sono due fenomeni che rischiano di minare la ripresa avviata: il rincaro dei costi delle materie prime da un lato, e la scarsa disponibilità di componenti elettronici dall’altro. Il rischio che non possiamo permet- terci è che questi due fenomeni raffreddino il ciclo posi- tivo degli investimenti, soprattutto sul mercato domestico dove gli incentivi 4.0 stanno dando buoni frutti”. Formazione indispensabile. Per l’industria italiana non sarà sufficiente acquistare nuovi sistemi produttivi. La sostituzione di macchinari non porterà i benefici di competitività e la transizione verso la fabbrica intelligente dovrà completarsi con la formazione continua del personale. I processi produttivi dovranno essere ripensati con l’apporto umano. In materia di formazione l’associazione imprenditoriale chiede alle Istituzioni che sia allungata e semplificata l’operatività della misura del credito di imposta per la formazione che oggi, nel calcolo, contempla anche il costo del formatore, così da assicurare alle imprese di tutte le dimensioni, un corretto supporto per l’aggiornamento del personale. Solo così gli investimenti in tecnologie di nuova generazione potranno realmente assicurare all’impresa il miglioramento della produttività e l’efficienza necessaria a vincere la sfida internazionale. Vediamo qualche dato fornito da Ucimu: Nel 2020-2021 sono stati 831.000 gli studenti iscritti a un istituto tecnico, pari al 30% del totale degli alunni delle scuole secondarie. Sono invece risultati 18.000 gli iscritti nei 110 ITS, scuole di formazione tecnica post diploma. Ancora troppo pochi rispetto alla reale esigenza del comparto metalmeccanico del Paese, sostengono in Ucimu.

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