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33 rmo giugno/luglio 2021 Cresce la robotica di servizio. Chi, invece, non ha subito cali nelle vendite sono i robot di servizio. Le previsioni dell’IFR (International Federation of Robotics) indicano una costante crescita dei robot di servizio nei prossimi due anni. In particolare, grandi opportunità si apriranno nel settore medicale (anche grazie alla scadenza dei brevetti statunitensi) e nell’assistenza alle categorie più fragili, la cui domanda è destinata a salire in linea con il progressivo invecchiamento della popolazione. Secondo i dati IFR, nel mondo le vendite di robot di servizio destinati all’uso domestico e assistenza personale (per compiti domestici, per l’intrattenimento, per l’assistenza a persone deboli, per il trasporto personale, per la sicurezza domestica ecc.) nel 2019 avevano un valore di 5,7 bn di dollari registrando un aumento del 20%, lo scorso anno sono stati 6,5 bn di dollari con una crescita del 15% e nel 2023 sono previsti in 12,1 bn di dollari con un aumento del 23% (tasso di crescita annuo composto). Se guardiamo alle unità vendute nel mondo, sempre secondo IFR, nel 2019 sono stati 23,2 milioni di unità (+34%), nel 2020 sono diventati 26,7 milioni di unità (+15%) con una prospettiva di arrivare a 55,3 milioni di unità nel 2023 (+27% di tasso di crescita annuo composto). Robot di servizio professionale, invece, sono utilizzati in ambienti artificiali (per pulizie professionali, per costruire e demolire infrastrutture urbane, per ispezione e manutenzione, robot medicali, per la logistica) e sono utilizzati in ambienti naturali come terra, mare, cielo, spazio (per salvataggio, soccorso e sicurezza; per la difesa, droni, robot subacquei e robot per lo spazio). Secondo i dati IFR, nel 2019 il valore delle vendite è stato di 11,2 bn di dollari (+32%) con 173.000 unità installate, lo scorso anno di 13,9 bn di dollari (+24%) con 240.000 unità e nel 2023 si prevede siano 27,7 bn di dollari (+26%) con 537.000 unità e una crescita del 31%. scarico di macchine nel 21% dei casi complessivi e pa- lettizzazione nel 18,9% di casi. Seguono ben distanti, stampaggio plastico (6,3%), pressofusione (4,3%), im- ballaggio (4,0%), misura, ispezione e prova (0,9%), manipolazione per i trattamenti termici (0,8%), stam- paggio e forgiatura (0,8%). Dopo la manipolazione, con il 10,3% è la saldatura a rappresentare la seconda fonte di applicazione della robotica in Italia; in flessione rispetto al 2019, dove rappresentava il 12%, dovuta soprattutto alla crisi che ha attraversato il comparto Automotive. Nel 2020, su un consumo complessivo di 802 unità, 483 sono stati anno, dei 2.082 robot prodotti ben 1.451 sono artico- lati e 595 cartesiani. Se passiamo ai robot importati, l’analisi stilata dal Centro Studi di Ucimu segnala come anche in questo caso il ruolo da protagonista lo svol- gano gli articolati: dei 1.091 robot esportati lo scorso anno 706 sono articolati e 376 sono cartesiani. Men- tre sui 6.791 robot importati, 5.459 sono articolati, 155 cartesiani e 854 scara. Per finire, la voce consumo vede sempre sul podio gli articolati: sono stati 6.204 (con un calo del 15,4 rispetto ai 7.333 che hanno caratterizzato la domanda nel 2019) contro i 374 cartesiani (anch’essi in calo e del 24,3% rispetto ai 494 del 2019) e 881 scara. Per quanto concerne i settori di applicazione non si re- gistrano cambiamenti significativi tra il 2020 e il 2019. I robot sono prevalentemente utilizzati per le opera- zioni di manipolazione che rappresentano ben il 73,8% del totale (nel 2019 rappresentavano il 73,3%). L’82,5% dei robot destinati alla manipolazione sono di tipo arti- colato. Se andiamo a segmentare ulteriormente dove si concentra il consumo di robot espressamente applicati alla manipolazione, quella dei materiali rappresenta il 43% del totale delle applicazioni, seguita dal carico/
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