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29 rmo giugno/luglio 2021 produzione media giornaliera si aggira sui 7-10 pezzi al giorno il confronto con i nostri 25.000 della plastica è, purtroppo, ancora impietoso”. “Durante l’emergenza da Covid-19 - sostiene Rageul -, la manifattura additiva è salita alla ribalta. Di fatto que- sta tecnologia ha consentito di superare i limiti della produzione tradizionale e della catena di approvvigio- namento, emersi con forza durante la crisi. La stampa 3D è destinata a giocare un ruolo sempre più centrale nell’industria manifatturiera quale tecnologia in grado di garantire flessibilità e agilità produttiva e di ridurre, di conseguenza, la dipendenza dalla catena di approvvi- gionamento. Seppur la stampa 3D stia diventando sem- pre più semplice da utilizzare, Stratasys continua infatti a investire molto nello sviluppo sia di software, sia di hardware proprio per semplificare il processo design-to- print. Un percorso di training per gli operatori è comun- que necessario. È importante che la forza lavoro riceva la formazione appropriata per ‘progettare per la pro- duzione additiva’ e arrivare così a sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia”. Parise si inserisce: “Le macchine di produzione additiva sono sviluppate per essere utilizzate in maniera semplice e intuitiva. Qual- siasi operatore senza nessuna esperienza pregressa, dopo un’adeguata formazione di base fornita in fase di installazione del macchinario, può acquisire le com- petenze necessarie ad utilizzarlo. Il problema dello svi- luppo della tecnologia non risiede dunque nell’utilizzo della macchina o nelle competenze dell’operatore, ma nel saper sfruttare al meglio le sue potenzialità in fase di design e ingegnerizzazione dei componenti. Più che focalizzarsi sull’utilizzo dei macchinari, bisognerebbe concentrarsi sull’utilizzo della tecnologia cambiando metodologia di pensiero e approccio nel progettare componenti che superino i limiti del design convenzio- nale, altrimenti non realizzabili”. Formazione degli operatori. L’opinione di Natale è la seguente: “Noi crediamo che i materiali utilizzabili giochino un ruolo fondamentale ai fini dell’adozione di queste tecniche all’interno del ciclo produttivo delle aziende. Per quanto concerne le competenze, come tutte le tecnologie digitali anche l’additive richiede la formazione di figure professionali con un’attenzione particolare al design for manufacturing e alla selezione dei materiali”. “Fortunatamente - commenta Romeo -, questo è un settore in cui la domanda di operatori specializzati è notevolmente superiore all’offerta e DMG Mori collabora con i maggiori Istituti Universitari e di formazione sul territorio per supportare la forma- zione di tutte quelle figure che occorrono al settore, ognuno con una formazione differente: dall’operatore macchina, al tecnico CAD/CAM, dal metallurgista al re- sponsabile di qualità dell’intero processo di additive manufacturing, dal finitore al progettista 3D. È impor- tante che la formazione sia tenuta da persone che ab- biano lunga esperienza e che, ancor meglio, abbiano avuto esperienza diretta nel settore produttivo”. “Per poter passare a una catena di produzione in chiave additive - sostiene Iacovelli -, i progettisti e i de- cision maker aziendali hanno oggi la necessità di esplo- rare le reali potenzialità dell’additive manufacturing, FOTO MOI

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