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27 rmo giugno/luglio 2021 ticamente ogni forma e progetto tridimensionale, ha permesso di passare dalla produzione di componenti meccanici a condotti per maschere di ventilazione, ad esempio. Anche il secondo vantaggio si basa sulla libertà di progettazione includendo il tema della ve- locità, ed è la semplificazione della supply chain. Di- sporre di uno strumento di produzione alimentato da file e in grado di produrre oggetti in poche ore, riduce il magazzino fisico e mantiene la continuità produttiva anche quando la catena di fornitura subisce blocchi o ritardi. Il terzo aspetto riguarda la personalizzazione del prodotto. La possibilità di realizzare prodotti di massa, ma personalizzati, consente di soddisfare le esi- genze dell’utilizzatore e di allontanarsi dalla logica di prezzo che guida l’acquisto di molti prodotti di largo consumo”. Sviluppo prodotto: una rivoluzione. Le dinami- che innescate dall’industria 4.0 sono ormai chiare. La produzione sarà caratterizzata da una discontinuità rispetto al passato. Per governare al meglio questo processo di cambiamento è necessario conoscere le sue potenzialità. “Mi piace sempre usare l’esempio dello smartphone - prosegue Romeo -: agli albori si usava solo quello con i tasti e solo per le telefonate, poi sono arrivati gli SMS e adesso abbiamo un intero ufficio nelle nostre mani, che usiamo in tutto il mondo. La stessa cosa è avvenuta con l’additive manufacturing: la fase di sviluppo è completamente cambiata e bene- ficia di una nuova dimensione più creativa, produttiva, veloce, efficace ed efficiente. Ed è sempre una fase che abbraccia un mix di tecnologie e non solo l’additive manufacturing. Sarebbe errato considerarlo come un processo produttivo fine a se stesso e definitivo, è sempre utile abbinare un mix di tecnologie tradizio- nali per raggiungere risultati d’eccellenza”. Rincicotti interviene: “Poiché le tecnologie additive non necessi- tano di attrezzature di produzione, come per esempio gli stampi, consentono una velocità e una economicità di realizzazione dei prototipi non paragonabili alle tecnologie tradizionali. Un altro tema importante è il design for additive manufacturing, ovvero la pro- gettazione di oggetti pensati per essere prodotti in additivo. Quando la tecnologia di prototipazione è la stessa usata in produzione, il percorso dall’idea al pro- dotto finito diventa un continuo: l’ultimo prototipo è anche il primo prodotto. Concetto già ben consolidato in molti utenti HP che progettano parti dei loro mac- chinari come pezzi monolitici prodotti in additivo. In ambito meccanico, ad esempio su macchine automa- tiche che ripetono milioni di cicli, anche un minimo ri- Velocità supersonica per l’additive Il centro di lavorazione MPA 42 è potente e preciso, ma non è in vendita. Per quanto riguarda la produzione additiva, infatti, Hermle è un fornitore di servizi. L’abbreviazione MPA (processo di riporto di polvere metallica) ne svela il funzionamento: si tratta di un processo di applicazione della polvere metallica che Hermle ha portato alla maturità del mercato circa sette anni fa. Con la recente generazione di macchine, il processo di fabbricazione generativa guadagna sensibilmente in precisione e velocità. L’MPA 42 si trova presso la Hermle Maschinenbau di Ottobrunn. L’MPA 42, si basa su un centro di lavorazione a 5 assi del tipo C 42 U, pesantemente modificato. Accanto al mandrino, un ugello sporge nella zona di lavoro, mentre non sono presenti gli ugelli di spruzzo per il lubrorefrigerante. L’ugello di de Laval permette di accelerare la polvere e la indirizza sul pezzo grezzo di metallo staffato. Il vapore surriscaldato e l’azoto svolgono un ruolo altrettanto importante quanto la geometria dell’ugello nel far sì che la polvere raggiunga una velocità supersonica e aderisca in seguito a deformazione nel momento dell’impatto. Un generatore di vapore e cinque alimentatori di polvere si trovano nella parte posteriore dell’impianto. Tutti i materiali di applicazione e i pezzi grezzi hanno la stessa duttilità: molti metalli funzionano, perché l’applicazione si basa sulla deformazione plastica. Di conseguenza, anche la superficie dei semilavorati deve essere duttile. Oltre agli acciai da lavorazione a caldo e a freddo con un alto contenuto di carbonio, comunemente usati nella costruzione di stampi, si usano anche rame e Ampcoloy.

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