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31 rmo maggio 2021 cetto centrale in quanto componente di sistemi cyber fisici più ampi in cui avviene l’unione tra mondo di- gitale e fisico. Vengono quindi una maggior atten- zione alla filiera produttiva, e in particolare alle PMI, al recupero dell’artigianato e al boost delle start-up. Interessante qui il fenomeno del reshoring, con pro- duzioni che la nuova ondata della robotica permette di riportare in patria. Infine, il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, con la possibilità grazie ai cobot di pensare a forme di lavoro agile esteso nel senso di un physical smart working, che anche in tempi di lockdown totale avrebbe consentito di continuare a produrre se pur a ritmi ridotti. “La robotica collabo- rativa è presente anche nel Pillar II del piano strate- gico Horizon Europe - illustra Siciliano -, interessando le quattro aree individuate della manifattura agile (che nel PNR si traduce in Industria 4.0), ispezione e manutenzione, agrifood e health. Mettendo mano al documento per il progetto nazionale della robo- tica abbiamo quindi declinato questi quattro temi, aggiungendone altri due: in primis quello degli am- bienti ostili e non strutturati, che può significare anche ambienti di lavoro e sociali che in situazioni pandemiche possono diventare tali”. Un sesto scena- rio applicativo prevede quindi mobilità e veicoli au- tonomi, con i concetti di smart car e smart highway trasversali al dominio dei robot. “L’accezione acca- demica di robotica come connessione intelligente tra percezione e azione, ovvero di una intelligenza che si accompagna all’azione fisica - spiega quindi Sici- liano -, oggi ci porta, nel ventennio delle Tecnologie dell’Informazione, IT o ICT, a parlare di una intelli- genza fisica. Stiamo così assistendo alla nascita delle Tecnologie dell’InterAzione (IAT), con la simbiosi tra uomo e macchina, tra intelligenza naturale e artifi- ciale per mezzo di macchine intelligenti”. Antonio Bicchi è ricercatore presso l’IIT e professore di robotica all’ Università di Pisa : “Per una sempre maggiore diffusione della robotica collaborativa sarà determinante ridurre il costo della programmazione, grazie a una nuova AI all’insegna di una intelligenza dell’interazione”. Andrea Zanchettin è ricercatore presso il Politecnico di Milano : “L’aggiunta di un cobot nel classico schema dell’automazione industriale apre agli scenari futuri di una nuova automazione mediata dalla AI che abilita la collaborazione con l’uomo”. Bruno Siciliano è professore alla Università Federico II di Napoli: “Oggi gli spunti più interessanti nella ricerca robotica, con i robot sempre più impiegati in spazi coabitati dell’uomo, giungono dalla roboetica, nei punti di incontro con i domini giuridico, etico e sociologico”.

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