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30 rmo maggio 2021 La presenza dell’uomo a fianco dei cobot abilita nuovi scenari di automazione collaborativa, dove le nascenti tecnologie dell’interazione (IAT) abbassano i costi della programmazione e semplificano lo sviluppo di nuove applicazioni sempre più intuitive. Vediamo a che punto è la Ricerca di Marco Zambelli Robotica collaborativa, dove va la ricerca I l mercato globale dei robot ha raggiunto i 45 mi- liardi di dollari nel 2020, con previsioni di crescita a 73 miliardi nel 2025, con Cagr del +10,4% secondo IFR. Forte è la diffusione dei robot antropomorfi, di cui i cobot sono l’istanza più interessante, ma il Covid ha spinto anche le vendite di robot scara, impiegati per esigenze di sanificazione in campo alimentare ed elettronico. Una profonda riconversione della produ- zione è in corso, sorgono nuove esigenze di sicurezza, mentre la pandemia ha accelerato gli investimenti in tecnologia da parte delle aziende per essere più resi- lienti in caso di crisi. La compresenza dell’uomo negli scenari di automazione collaborativa porta al con- tempo nuove sfide e opportunità, al crocevia tra ro- botica, etica e diritto. Tracciamo un quadro di quanto è in divenire con Antonio Bicchi, ricercatore presso l’IIT nonché professore di robotica all’Università di Pisa e presidente I-RIM, Bruno Siciliano, professore alla Federico II di Napoli, e Andrea Zanchettin, ricer- catore presso il Politecnico di Milano. Dall’ICT all’IAT. La robotica collaborativa è un at- tore polivalente nel Piano Nazionale della Ricerca appena presentato al Governo italiano. Tre sono in particolare le sfide poste al centro dell’attenzione da parte del gruppo ministeriale di lavoro, in cui figu- rano anche Bruno Siciliano e Antonio Bicchi. La prima è la trasformazione digitale, dove il cobot è un con- INCHIESTA
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