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44 rmo aprile 2021 vederla in un altro modo, sono il primo presidente del Centro-Sud Italia. Non le nego che questo risul- tato mi rende particolarmente orgoglioso ma anche consapevole che ci sono aspettative. Sicuramente allargare la penetrazione di AiDAM a livello terri- toriale è un aspetto fondamentale come per ogni associazione. Già oggi i nostri associati sono distri- buiti su tutto il territorio nazionale, la mia elezione potrà essere sicuramente uno stimolo ulteriore. Mi piacerebbe che la mia elezione fosse da stimolo più che per l’ambito geografico per quello dell’oppor- tunità per tutte le piccole e medie aziende italiane che operano in questo settore. Vorrei che la mia elezione rappresentasse uno stimolo. Lo stimolo ad associarsi, a mettersi in gioco e a confrontarsi. Spesso le aziende hanno paura ad associarsi perché si vedono sempre troppo piccole e senza motiva- zioni. Io posso portare la mia esperienza. La mia azienda quando si è associata in AiDAM era nata quattro anni prima nel 2010. Sono partito da zero, lo dico con orgoglio, non avendo alle spalle una famiglia di imprenditori o manager aziendali che magari avrebbero potuto aiutare la mia scelta. Quando ho conosciuto AiDAM nel 2014 ho deciso di associarmi, ho iniziato a frequentare e contribuire alla vita associativa senza nessuna paura nel met- termi in gioco e confrontarmi. Ed è proprio da que- sti momenti di confronto, la possibilità di vedere l’andamento del settore non solo con i miei occhi; la possibilità di poter partecipare ad iniziative che non avremmo mai potuto avere come azienda, che è passata anche la crescita della mia azienda. Il fatto che sia ora presidente di AiDAM non mi pone in una condizione di privilegio rispetto ai nostri as- sociati. Anzi”. Nel settore che lei rappresenta, oggi l’Italia come si colloca a livello europeo e mondiale? “Il settore delle macchine di assemblaggio e col- laudo è un settore di eccellenza del nostro Paese. A livello europeo i nostri principali competitor sono i tedeschi e anche a livello mondiale ce la giochiamo sempre con loro. Basta guardare tutte le statisti- che sulla meccanica strumentale e vedere come le aziende italiane, anche con tutti i limiti strutturali e di sistema di questo Paese, siano in grado di compe- tere nel mondo con i principali player”. Quali sono i punti di forza e quali di debolezza delle imprese italiane rispetto ai competitor stranieri? “La risposta a questa domanda potrebbe essere co- mune per diversi settori. La forza delle nostre realtà è nella capacità di adattamento e nella inventiva di trovare sempre nuove soluzioni. Sul mercato queste capacità sono molto apprezzate perché consentono alle nostre aziende di spingersi sempre oltre. Il prin- cipale limite è la nostra incapacità di fare sistema, lo è soprattutto in relazione al fatto che la dimensione media delle nostre aziende è molto più piccola ri- spetto a quella dei nostri competitor. Questo rap- presenta un limite in tutte quelle situazioni in cui la sola genialità, che ci contraddistingue, non basta FOCUS ASSEMBLAGGIO

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