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29 rmo aprile 2021 positivo per noi. Ad oggi ne abbiamo installati più di 35 nelle nostre aree di produzione, e abbiamo in programma di installarne altri nei prossimi anni”. Le applicazioni collaborative in Vitesco riguardano soprattutto operazioni di pick and place e piccole attività di assemblaggio all’interno di una linea di produzione. Seguendo i principi della Lean Manu- facturing, l’azienda si è concentrata con particolare riguardo sulle operazioni a non valore, aggredendo quelle nel processo di introduzione della robotica collaborativa. Empowerment del personale. L’implementa- zione dei cobot in Vitesco è quindi stata soste- nuta da un grandissimo lavoro fatto in stretta collaborazione con le HR, per gestire l’innovazione introdotta. “Abbiamo fatto un enorme lavoro di in- formazione e di formazione, a tutti i livelli dell’or- ganizzazione - spiega Papucci -. Volevamo far capire quale fosse il vero valore della tecnologia e l’evoluzione che stavamo facendo, ovvero non la sostituzione della persona ma la creazione di va- lore”. Eliminando le operazioni alienanti, ripetitive e a scarso valore, in alcuni casi anche poco ergo- nomiche, tutte le persone in Vitesco sono infatti state reimpiegate in ambiti a maggior valore. Su questa stessa linea, l’empowerment e un forte coin- volgimento delle persone sono stati tra i più impor- tanti benefici ottenuti in Ferrero, come aggiunge Federici. Qui la la revisione dei processi in chiave collaborativa ha portato le persone a farsi carico di intere fasi del processo produttivo. Un grosso elemento di stimolo all’interno della compagnia, che dopo i progetti avviati in Cina quattro anni fa inizia a introdurre i cobot e i primi concetti di au- tomazione flessibile anche in Europa, con risposte molto interessanti. Viste anche le previsioni relative al costo della manodopera nei Paesi dell’est che do- vrebbe triplicare nei prossimi anni. Molta forma- zione è stata fatta anche in Pirelli, sia per chi deve inserire le macchine all’interno dei progetti sia per gli operatori in fabbrica, che devono sapersi con- frontare con un nuovo sistema ed essere in grado di fare il set up delle macchine e cambiarne le se- quenze. Fino agli addetti alla manutenzione, che devono poter intervenire sulle nuove tecnologie e cambiarne le sequenze e la programmazione. La definizione di nuovi ruoli e di figure chiave sono poi stati decisivi in Vitesco, dove è stato creato un team dedicato alla industrializzazione delle nuove tecnologie. A tal fine è stata fatta una mappatura preliminare dei gap da colmare. “La grande sfida è preparare l’organizzazione al cambiamento, svilup- pando e aggiornando le competenze a tutti i livelli - dice Papucci -. Qui abbiamo lavorato veramente molto, e non solo sulla tecnologia in sé ma anche sulle nuove attività su cui all’operatore viene richie- sto di spostarsi con l’introduzione dei cobot”. Il ri- sultato in Vitesco è stato un aumento del vantaggio competitivo all’interno del Gruppo di riferimento, divenendo Centro di eccellenza in Continental prima e in Vitesco poi per queste nuove tecnologie. Aumento di competitività che ha portato più lavori, e quindi maggiore necessità di personale. Il che ha permesso di salvare un intero reparto produttivo, che era destinato a un continente a basso costo del lavoro, mantenendo invece l’occupazione in Italia. @marcocyn Le immagini utilizzate sono generiche e prese da www.123rf.com
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