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27 rmo aprile 2021 di protezioni. “Potendo lavorare a stretto contatto con l’operatore, i cobot ci consentono di risolvere problemi di ergonomia con soluzioni che in prece- denza, e in parte ancora oggi, venivano affrontati con soluzioni capital intensive - racconta Pala di Pirelli -. Un cobot ci offre il vantaggio di risolvere problemi di ergonomia con un investimento sicu- ramente molto più contenuto, oltretutto con una soluzione plug and play”. Quest’ultima è in partico- lare una caratteristica molto apprezzata, dovendo inserirsi in un sistema già esistente. L’introduzione dei cobot in Pirelli è stata infatti agevolata dalla semplicità sia di installazione sia di interfacciamento con le altre macchine in uso, oltreché dal punto di vista della progettazione, offrendo ai project ma- nager un sistema molto user friendly. “Il principale problema dei cobot per una realtà come la nostra è legato alla limitata gamma di payload disponi- bili - prosegue Pala -, che ci costringe a utilizzare la robotica collaborativa solo in attività ausiliarie, ripetitive e nelle quali vi è l’esigenza di esprimere alti livelli di qualità, in termini di ripetibilità e po- sizionamento”. Si parla pertanto di applicazione di etichette o di bar code sui prodotti, operazioni che in Pirelli devono rispettare piani di controllo molto stringenti. I bassi payload offerti non consentono invece ancora l’impiego dei cobot in operazioni di handling dei materiali, dove sarebbe invece molto interessante poter sfruttare tutte le potenzialità of- ferte, in primis l’eliminazione delle barriere per la- vorare a fianco degli operatori, senza sostituirli ma coadiuvandone il lavoro. “Naturalmente l’aumento del payload non dovrebbe essere accompagnato solo da uno scale up della macchina in termini di dimensioni - aggiunge Pala -, ma anche da un suo efficientamento, continuando a offrire la possibi- lità di inserirsi in maniera plug and play nelle aree che già ci sono, senza creare problemi di layout e di convivenza con le persone”. Flessibilità nell’automazione. Diversi sono gli scenari applicativi dei cobot nell’industria del packa- ging in cui opera Ferrero. “Siamo l’ultimo miglio dell’azienda, occupandoci di portare il prodotto sul mercato - illustra Federici -. Lavoriamo con oltre 20 tecnologie di processo diverse, e dobbiamo essere al- tamente flessibili, arrivando sul mercato con livelli di servizio estremamente alti e caratterizzati per ogni singolo Paese, con attività ripartite in 26 nazioni e in forte espansione nei mercati di Nord America e Fabio Federici è direttore contract manufacturing di Ferrero : “I robot collaborativi sono strumenti molto interessanti, bisogna però imparare a costruirci una visione, introducendo concetti di automazione flessibile che portano a una profonda revisione dei processi e delle linee”. Alessio Papucci è Chief Digital Officer di Vitesco Technologies Italy, azienda del Gruppo Continental : “Abbiamo fatto un grande lavoro di informazione e formazione con le HR, per far capire che il senso della robotica collaborativa non è sostituire le persone ma la creazione di valore”. Simone Pala è responsabile manufacturing in Pirelli : “La gamma limitata di payload disponibile non ci consente ancora di sfruttare tutte le potenzialità dei cobot anche in attività di handling materiali, costringendoci per ora a impiegarli solo in attività ausiliarie a basso payload”.

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