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55 rmo marzo 2021 e dotate – grazie alla compensazione – di una sensibi- lità similare a quella umana. I vantaggi della simulazione. I progressi tecnologici, in grado di sovvertire e ottimizzare l’operatività prose- guono inarrestabili, fino a tagliare – alcuni anni fa - un altro traguardo: quello della programmazione off-line. “Si tratta di un passo avanti fondamentale nel campo della implementazione di percorsi robot complessi – spiega Passoni – Prima, infatti, il processo risultava, per così dire, molto ‘invasivo’ e dispendioso, poiché ogni singola istruzione di movimento doveva essere scritta e affinata manualmente sul campo. Ora invece gran parte di questi percorsi complessi vengono simulati al PC, tramite un ambiente virtuale 3D. La programmazione, dunque, viene realizzata in modalità fuori linea, con il vantaggio di evitare fermi macchina sull’impianto reale, o almeno di ridurli al mi- nimo necessario. Tale metodologia consente inoltre il raggiungimento di un’elevata ed uniforme qualità di lavorazione. Catapultati sempre più velocemente nelle innovazioni di ‘oggi’, non poteva mancare in questa carrellata un cameo sulla robotica collaborativa. “Senza dubbio l’idea di realizzare robot molto sensibili alla collisione, in grado di arrestarsi istantaneamente e quindi capaci di operare anche in ambienti non se- gregati a contatto con operatori umani, è molto inte- ressante. Tuttavia, è inapplicabile su robot di grandi dimensioni o elevate portate al polso: nonostante la limitazione della velocità, i rischi non sarebbero del tutto eliminati. Anche sulle portate più ridotte attual- mente in commercio, si notano comunque notevoli limiti che ne inficiano l’applicabilità su larga scala: la limitazione della velocità, necessaria a operare in sicu- rezza in modalità collaborativa, comporta una drastica riduzione della produttività, a cui si aggiunge un più elevato costo di acquisto rispetto ad un robot tradi- zionale. Insomma, il fatto che l’operatore possa lavoratore a fianco del robot appare oggi, nella stragrande mag- gioranza dei casi reali, una vera e propria utopia. È fattibile solamente in pochi settori, come quello della produzione di schede elettroniche, ambito in cui però noi non operiamo”. Ergo: parliamo di una soluzione molto suggestiva i cui campi applicativi sono però ancora da individuare cor- rettamente. Forse l’errore consiste nell’ostinarsi a voler far compiere ai robot collaborativi il lavoro già magi- stralmente svolto da quelli tradizionali, quando andreb- bero invece individuati ambiti applicativi diversi, magari ancora vergini, come per esempio quello dell’industria tessile, in cui una robotica leggera che possa affiancarsi all’operatore potrebbe avere un senso. Pandemia: uno spartiacque. La consapevolezza che l’emergenza sanitaria non si possa certamente rubri- care come un evento episodico, ma al contrario sia da intendersi come fatto epocale, capace di sovvertire po- tentemente il corso degli eventi, è un dato acquisito. Viene dunque spontaneo chiedersi quale sia stato l’impatto della pandemia sul settore della robotica in generale e sui programmi a medio raggio della SIR, nello specifico. “Per chi si occupa di integrazione robotica, l’epide- mia di Covid- 19 è stato un notevole problema sotto Processo robotizzato di finitura di particolari in alluminio con nastratrici brevettate dotate di compensazione. Lavorazioni di taglio e sbavatura su getti nell’ambito della fonderia di alluminio.

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