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54 rmo marzo 2021 zare quello che fanno, concentrandosi su un settore più circoscritto. Dal canto nostro, in SIR, puntiamo su standard qualitativi il più possibile elevati e questo ci è valso l’apprezzamento in Paesi molto esigenti in me- rito, come appunto la Germania, che oggi assorbe la quota maggiore del nostro export, specialmente in un settore complesso come quello dell’Automotive”. La visione artificiale diventa concettuale. Quando si parla di innovazione, il pensiero corre al re- parto di Ricerca & Sviluppo, ma in SIR – parola di Davide Passoni – l’impegno innovativo coinvolge orizzontal- mente l’azienda nella sua interezza, dal momento che di volta in volta, ad ogni richiesta di un cliente, si è chiamati a gestire una situazione inedita. “Quindi R&S, certo, ma non solo: la ricerca della soluzione e la spinta all’innovazione sono caratteristiche insite in tutti i re- parti dell’azienda, in primis nell’ufficio avanprogettuale e in quello di progettazione meccanica”. Dal 1984 ad oggi, l’evoluzione tecnica è stata notevole, con un’accelerazione maggiore a partire dagli inizi degli anni duemila: già sul finire del secolo scorso le applica- zioni sono diventate più complesse, potendo avvalersi di robot più affidabili e performanti. Ma è stato negli ultimi 20 anni che la robotica ha fatto un vero e proprio salto di qualità in termini di innovazione. Una delle grandi novità che suggellano l’inizio del nuovo millennio è l’implementazione della visione artificiale sui robot, che ora equipaggia l’80% delle macchine in circolazione. Parliamo di una tecnologia in grado di potenziare e valorizzare enormemente le linee produttive, poiché non solo mette i robot nella condizione di individuare e prelevare i pezzi anche alla rinfusa (sempre di più e sempre più facilmente grazie alla visione 3D), ma anche di riconoscere la validità del lavoro compiuto. “La visione artificiale rappresenta per SIR un asset importante, su cui abbiamo scelto di puntare realiz- zando un pacchetto software e hardware proprieta- rio, potenziato da moduli di intelligenza artificiale, che induce nel robot un comportamento a feedback successivi. Significa che, una volta svolto il lavoro, il robot ne può verificare anche la qualità, proprio come farebbe un operatore specializzato. In pratica, tramite l’applicazione dell’Intelligenza ar- tificiale, la visione diventa concettuale, portando il robot- per induzione – a imparare la prassi corretta. Lo stesso risultato che si ottiene, per capirci, sottopo- nendo all’attenzione di un bambino cinque bicchieri di forma diversa: davanti al sesto, il piccolo non esiterà a fornire la giusta classificazione”. Sempre nello stesso periodo, ma attinente più l’am- bito della meccanica, è la realizzazione di end-effector sempre più speciali, nonché di moduli portautensili cu- stomizzabili, in grado di risolvere le più complesse ap- plicazioni di processo grazie all’utilizzo di tecnologie di compensazione adattiva, atte a conferire al robot un’elevata sensibilità durante la lavorazione. “L’importanza di implementare a bordo robot tools ad hoc o di realizzare dispositivi ausiliari che ne facili- tino i compiti– spiega Passoni – appare evidente nelle soluzioni più sfidanti, quali quelle dedicate al settore aeronautico. Per replicare una complessa lavorazione di finitura solitamente affidata all’uomo, abbiamo ideato e brevettato piccolo nastratrici agganciabili al polso del robot, capaci di cambiare in modo automa- tico il nastro abrasivo una volta individuatone l’usura, FOCUS ROBOTICA Particolare di una linea di assemblaggio robotizzata per motori automotive ad elevate prestazioni. Carico/scarico robotizzato di una pressa.

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