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27 rmo marzo 2021 in quanto crea un loop di contatto virtuoso tra reale e virtuale - precisa Terkaj -. A patto, naturalmente, che contenga modelli previsionali”. Per implementare un gemello digitale, occorre partire da un modello reale che alimenti, senza soluzione di continuità, con dati e informazioni aggiornati, la sua Digital Shadow. “Quando parliamo di Digital Twins - precisa Marcello Urgo del Politecnico di Milano - non facciamo riferi- mento necessariamente a un modello digitale totale e totalizzante, che investa ogni singolo aspetto. Quello che conta, piuttosto, è avere un obiettivo e operare una selezione sulla base delle proprie necessità azien- dali. Si deve quindi tenere conto di variabili come l’ampiezza dell’integrazione che si ha in mente, la tipologia di connettività (unidirezionale, biunivoca o definita dal contesto), la frequenza e la periodicità degli aggiornamenti: alcune realtà potrebbero avere necessità di aggiornamenti in tempo reale, ad altre po- trebbero bastare anche quelli settimanali”. Altro aspetto da valutare sarà quello della ‘potenza di fuoco’ che il Digital Twins dovrà mettere in campo a partire dalla sua CPS intelligence (ovvero la sua ‘Intel- ligenza cyber fisica’ e il suo grado di autonomia ope- rativa). Da valutare saranno anche le sue capacità di simulazione, la complessità del suo modello e il suo livello di interazione (che può limitarsi agli smart de- vice o utilizzare modalità più evolute come la realtà virtuale). Infine, andrà stabilito in quale fase del ciclo di fabbrica il Digital Twins dovrà operare: se in quella di progettazione iniziale oppure in quella di progetta- zione di dettaglio con analisi delle performance, o an- cora, in quella conclusiva di costruzione/installazione e di esecuzione e monitoraggio. Chiaro dunque che una selezione ragionata e fun- zionale all’interno di queste variabili tassonomiche imprimerà connotazioni e funzioni differenziate al gemello digitale, adeguandolo alle specifiche neces- sità aziendali. Ambiti applicativi. Il Digital Twins può svolgere un ruolo importante in fase di progettazione: cre- ando infatti un modello virtuale dell’impianto, si può procedere alla gestione, all’analisi, o alla ricon- figurazione di impianti o di sistemi di produzione, sincronizzando e aggiornando di continuo i due mo- delli (reale e virtuale). Un esempio, presentato da Terkaj e Urgo è quello della progettazione di un sistema di roll-shop (ovvero di un sistema dedicato alla rettifica di cilindri per laminatoi).
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