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43 rmo novembre/dicembre 2020 che dei rifiuti e procedere alla loro inertizzazione. In seguito, essi sono introdotti in un reattore/miscelatore in cui si dosano reattivi liquidi e solidi. Per conseguire un migliore risultato ambientale si utilizzano, in alterna- tiva, rifiuti con parametri chimici o fisici tali da conferire caratteristiche analoghe al rifiuto così generato; filtropressatura: previa aggiunta di reattivi di condi- zionamento, necessari a migliorare l’efficienza della fase successiva, il fango liquido viene spremuto per eliminare fino al 90% dell’acqua in esso contenuta. Il trattamento consiste nelle operazioni di condizio- namento e filtropressatura. Con la prima operazione si prepara il fango al successivo processo di disidrata- zione. Il flusso passa attraverso i serbatoi di reazione, dove viene costantemente movimentato, e gli si ag- giungono specifici reagenti che servono a ottimizzare la filtropressatura e ad immobilizzare gli inquinanti. Il fango è, poi, trasferito alle filtropresse a piastre, tra- mite le quali si provvede alla sua disidratazione mecca- nica. Le sostanze solide sono trattenute, mentre quelle liquide vengono drenate fino al collettore di scarico. Il fango disidratato è scaricato in un’area sottostante, cinta su tre lati. Da qui viene prelevato e trasportato nei box di stoccaggio. Nel processo di trattamento sono, inoltre, previste fasi di omogenizzazione e maturazione : il rifiuto è lasciato ‘maturare’ in apposite aree di stoccaggio, dove gli agenti chimici aggiunti raggiungono le massime performance nella stabilizzazione degli inquinanti presenti. Come si evince dal percorso illustrato, il ricorso alla discarica cede il posto al recupero di materia. Per maggiori informazioni su HASI è possibile contattare marketing.herambiente@gruppohera.it Come funziona il Disidrat. Nell’impianto di Ravenna esistono quattro linee di trat- tamento, specifiche e dedicate per tipologia di rifiuto in ingresso. Esse coprono il fabbisogno di trattamento di un ampio ventaglio di comparti produttivi e industriali: rifiuti solidi non pericolosi: fanghi provenienti da depu- ratori delle acque reflue urbane e potabilizzatori, dall’in- dustria farmaceutica e chimica e da terreni di bonifica; rifiuti solidi pericolosi anche polverulenti: fanghi da per- forazione petrolifera, depurazione delle acque reflue industriali, ceneri leggere provenienti da termovaloriz- zatori, catalizzatori esausti; rifiuti pompabili pericolosi: consistono in fanghi da per- forazione petrolifera contenenti olio, fanghi da tratta- menti chimico fisici, da pulizie di impianti industriali e contenenti sostanze pericolose; rifiuti pompabili non pericolosi: sono fanghi da perfo- razione petrolifera offshore, provenienti dalla pulizia di depuratori o da piattaforme ecologiche. Rifiuti: trattamenti diversi in base alle caratteristi- che e alla destinazione. Dopo un processo di omologazione, il rifiuto in ingresso è ricevuto all’impianto, dove viene pesato, analizzato e suddiviso in partite omogenee. Ogni tipo di rifiuto è sottoposto a un trattamento specifico, in base alle sue caratteristiche e alla sua destinazione finale. Le principali linee di lavorazione sono: inertizzazione/stabilizzazione: con l’aggiunta di agenti chimici (come solfuro di sodio, calce, cemento) i metalli presenti nei rifiuti vengono ‘stabilizzati’, ovvero chimi- camente e fisicamente legati. In questo modo si riduce la tendenza al rilascio nell’ambiente. I flussi in ingresso sono sottoposti a un processo che consiste nei tratta- menti di consolidamento tramite miscelazione con reattivi solidi per modificare le caratteristiche meccani- L’impianto di disidratazione dei fanghi ‘Disidrat’ è in grado di trattarne 150.000 tonnellate all’anno. I rifiuti trattati da impianti della tipologia del ‘Disidrat’ possono appartenere a diverse tipologie di scarti fangosi, tipiche del comparto metalmeccanico.
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