RMO_232

22 rmo novembre/dicembre 2020 Dopo un 2019 in leggero arretramento, quest’anno segna un crollo degli investimenti in macchine utensili ma nel 2021 si prevede una ripresa. È il quadro che emerge dall’analisi condotta dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu. L’associazione ha anche eletto Barbara Colombo nuovo presidente per il biennio 2020-2021. Succede a Massimo Carboniero ed è la prima donna nella storia a guidare Ucimu di Luca Rossi Crolla la produzione. Nel 2021 la ripresa STRATEGIE A rchiviato un 2019 non certo brillante, il 2020 ha segnato il crollo degli investimenti in macchine utensili, sia in Italia sia all’estero, ma la ripresa dei consumi è prevista già nel 2021. Nel 2019 l’industria italiana costruttrice di macchine utensili è risultata quarta tra i produttori e quarta anche nella classifica degli esportatori, scalzata dalla Cina che le ha sot- tratto lo storico terzo posto. Resta, invece, invariato il quinto posto nella classifica dei Paesi consumatori, a conferma dell’importanza del mercato italiano nello scenario internazionale. Il quadro emerge dai dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu e illustrati nel corso dell’annuale assem- blea dei soci all’inizio di ottobre che ha anche eletto Barbara Colombo nuovo presidente per il prossimo biennio. Sarà la prima donna nella storia a guidare l’associazione. Consuntivi dell’anno scorso. Secondo i dati di consuntivo elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu, nel 2019 la produzione di sole macchine utensili si è attestata a 5.890 milioni di euro, registrando un calo SERdel 3,8% rispetto al 2018. Il risultato è stato determinato principalmente dalla riduzione delle consegne dei costruttori sul mercato interno, scese del 6,5% a 2.526 milioni. Più contenuto è risultato il calo dell’export che si è atte- stato a 3.364 milioni di euro, l’1,7% in meno rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno i principali mer- cati di sbocco dell’offerta italiana sono risultati: Stati Uniti (421 milioni con una crescita del 19%), Ger- mania (376 milioni con un calo del 4,7%), Cina (303 milioni, con un calo dell’11%), Francia (234 milioni con una crescita del 2,8%), Polonia (173 milioni con un calo del 24,5%), Spagna (144 milioni con un calo

RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=