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54 rmo ottobre 2020 operazioni, dal machine tending all’assemblaggio, al controllo qualità. In una di queste applicazioni i due cobot James Monroe e John Adams collaborano in un processo di assemblaggio dell’ADS (Adaptive Damping System). Nello specifico le fasi dell’applica- zione prevedono la manipolazione di un tubo e la sua giunzione con un altro componente. Il ciclo a più fasi inizia da Monroe che raccoglie un tubo (destinato a divenire l’anima dell’ADS) che posiziona in una mac- china perforatrice e che successivamente dispone su un dispositivo di trasferimento. Adams lo raccoglie e lo carica in una stazione di accoppiamento, in suc- cessione afferra un altro tubo (destinato a costituire l’involucro esterno della sospensione) e li unisce per poi posizionarli sullo scivolo di uscita. I cobot Universal Robots sono stati scelti in virtù della semplicità di programmazione e della ripetibilità che riescono ad esprimere in operazioni come machine tending e pick and place, task in cui assicurano pro- duttività e precisione, requisiti indispensabili per il settore. Controllo della qualità integrale. L’azienda ha sperimentato anche una crescita costante del livello qualitativo dei suoi prodotti. Ora infatti vengono ap- plicati 4 cobot nelle operazioni di controllo finale. In particolare, i cobot eseguono il controllo dei compo- nenti crimpati e assemblati verificando qualità e re- sistenza delle giunzioni. Precedentemente l’azienda riusciva a controllare due componenti ogni ora, mentre adesso - grazie al ciclo integrato di controllo qualità collaborativo - ogni singolo particolare uscito dalle linee viene controllato. I cobot hanno quindi realizzato l’obiettivo di un controllo integrale assicu- rando costanza, coerenza e assenza di derive nelle linee produttive. Grazie all’integrazione di un sistema di visione al polso del cobot viene infatti eseguito un controllo oggettivo, rapido e ripetibile. Thyssen ha sperimentato numerosi vantaggi in se- guito all’integrazione dei suoi primi 9 cobot, al punto che ha già programmato di installarne altri 40. Fra i benefit che il processo di automazione collaborativo ha accordato all’azienda vi sono stati maggiore pro- duttività, qualità ed ergonomia nelle operazioni. I cobot hanno assicurato una riduzione del tempo ciclo nei task di assemblaggio, sgrassaggio e machine tending. La semplicità di programmazione è stata inoltre alla base di un ulteriore vantaggio: il coinvol- gimento della forza lavoro Thyssen in un processo di costante miglioramento e ottimizzazione delle fasi produttive. Thyssen ha infatti in forza un decimo robot collaborativo UR10 che viene usato come test per lo sviluppo di nuove applicazioni. Il cobot è mon- tato su un carrello a ruote e viene di volta in volta portato in aree diverse del plant dove viene testato nell’automazione di attività ricorrenti. Le dimensioni contenute, l’assenza di recinzioni e barriere, e so- prattutto la già citata semplicità di programmazione, fanno sì che i dipendenti siano coinvolti in prima persona nel percorso di crescita dell’azienda e ap- prendano ogni giorno nuovi skill in tema di robotica, sperimentando l’automazione di diverse attività. La maggiore produttività assicurata dalle automa- zioni UR ha fatto registrare un ROI medio di 10/14 mesi, una soglia che viene avvertita come ‘sicura’ dall’azienda e capace di giustificare ampiamente gli investimenti e sostenere il percorso di crescita che Thyssen ha progettato per i prossimi anni. FOCUS ROBOTICA I cobot Universal Robots sono chiamati ad automatizzare diverse operazioni, dal machine tending, all’assemblaggio, al controllo qualità.

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