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77 rmo settembre 2020 nologico consiste nella valorizzazione della ricerca per favorire la crescita socio-economica, trasfor- mando la conoscenza in innovazione utile ai fini produttivi in ambiti diversi da quelli originariamente pensati. Le attività di trasferimento tecnologico sono classificate da ASI in due tipologie: ‘da spazio a terra’ (spin-out) e ‘da terra a spazio’ (spin-in). Il trasferimento tecnologico ‘da spazio a terra’ si con- nota come un’attività di nicchia, ma di particolare rilevanza, nell’ambito delle ricadute delle attività spaziali: tecnologie pensate per l’ambito spaziale vengono ‘adattate’ a un utilizzo terrestre. Questo processo porta a identificare mercati ‘di terra’ spesso estranei a quello spaziale, ma generatori di innova- zione e business. Tale processo, per essere virtuoso, “deve contribuire a creare nuovi prodotti, processi, applicazioni o servizi che supportino l’avanzamento socio-economico e che disegnino un nuovo ecosi- stema dello Spazio inclusivo di start-up, finanza di rischio, incubatori/acceleratori di impresa, brevetti, nuovi approcci al business e deve essere costante- mente aperto a nuovi modelli e strumenti frutto delle dinamiche di innovazione anche in contesti non-spazio’. L’Unità ITT sviluppa tutto ciò attraverso iniziative di Space Economy pubblico-private nel contesto dei fondi nazionali e internazionali dedicati e mantenendo rap- porti con soggetti attivi nel settore del trasferimento tecnologico nazionali ed internazionali oltre che in- staurando nuovi rapporti con società di Private Equity e Venture Capital. Altri pilastri fondamentali delle at- tività dell’unità sono progetti speciali con i centri di ricerca e le università e la gestione e valorizzazione del portafoglio brevettuale dell’Agenzia. Il comparto spaziale nazionale risulta quindi rappre- sentato dalle seguenti categorie di attori: un insieme di circa duecento imprese; dieci Distretti tecnologici localizzati nelle regioni italiane; un Cluster Nazionale Tecnologico per l’Aerospazio (Ctna); tre associazioni industriali nazionali (AIad, Aipas e Asas); la piatta- forma Spin-IT, che comprende circa 110 membri tra industria e università ed enti di ricerca; un vasto e ar- ticolato sistema della ricerca, rappresentato da circa 60 centri, tra università e Centri di Ricerca con ricono- sciute punte di eccellenza. “Portare tecnologie dalla terra allo spazio - dicono all’ASI - diventa sempre più un fattore attrattivo formidabile verso newcomer se si garantiscono attività di sostegno a sviluppi tecnolo- gici innovativi, soft-mentoring nell’evoluzione verso sistemi spaziali e cooperazione con eccellenze scien- tifiche nazionali”. Un nuovo approccio vede le due visioni complemen- tari le une alle altre: una sorta di spin-out/spin-in ove le tecnologie spaziali vengono portate a terra per poi essere industrializzate e personalizzate dalle aziende e nuovamente messe a disposizione delle applica- zioni spaziali. Le due filosofie alla base del successo del ‘trasferimento’ sono rappresentate nell’acronimo S2I ‘Space-to-Industry’ oppure I2S ‘Industry-to-Space’ che è alla base delle attività dell’Unità ITT.

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