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76 rmo settembre 2020 importanti settori di attività spaziali. Questa forte di- versificazione - seppure con impegni finanziari molto differenziati - ha reso possibile una vasta acquisizione di competenze in quasi tutti i settori. Da notare che i grandi Paesi europei non investono in tutte le aree dello spazio. L’industria nazionale di settore è una re- altà rilevante, anche per i benefici che apporta all’in- tero sistema produttivo in termini di rafforzamento tecnologico, determinato dagli alti investimenti in ricerca e sviluppo. L’industria spaziale, infatti, regi- stra la maggiore intensità di ricerca, sia nel confronto con l’intero sistema manifatturiero nazionale, sia con quello delle aziende high-tech. Nell’up-stream spazio, il rapporto tra spese per ricerca e valore della produ- zione è dell’11%, mentre è del 5,1% nell’high-tech e dello 0,9% nell’intera manifattura. Il rapporto Airi osserva che l’Italia ha una gamma completa di competenze: dalle telecomunicazioni al posizionamento (Galileo, info-mobilità per sicurezza, salute, trasporti), all’osservazione della Terra (Cosmo- SkyMed e relativi servizi per il territorio), all’esplo- razione e trasporto spaziale (ISS, missioni ESA/Nasa, sistemi di trasporto Vega, robotica, logistica di volo ecc.). A tali competenze corrispondono sistemi pro- duttivi integrati, dalla progettazione, alla produzione di materiali speciali, alla realizzazione di prodotti e servizi, alla gestione, sviluppo e distribuzione di dati, articolati nei segmenti di terra, trasporto e orbita/ volo. L’industria spaziale italiana è composta da si- stemisti e integratori di sistemi di grandi dimensioni e una serie molto più ampia di piccole e medie imprese, collegati attraverso una complessa rete di relazioni verticali. Le PMI spaziali italiane operano in tutta la catena del valore, dalle attività di produzione a ser- vizi e applicazioni. Esse rappresentano una compo- nente strategica del settore spaziale, con competenze di eccellenza in settori di nicchia lavorando in contesti internazionali (ESA, UE) e nei mercati extra-UE. Circa i due terzi delle imprese spaziali italiane (grandi e piccole) operano nel settore manifatturiero, contri- buendo alla realizzazione o alla manutenzione di in- frastrutture spaziali, mentre il restante terzo fornisce servizi e applicazioni spaziali per gli utenti finali. Per quanto riguarda la ricerca scientifica italiana nel settore spaziale, si può senz’altro parlare di una po- sizione di altissimo livello. Dati Ocse del 2019 con- fermano che l’Italia è al sesto posto nel mondo per numero di pubblicazioni scientifiche nel settore spa- ziale, dopo USA, Cina, Germania, Gran Bretagna e Francia. Il trasferimento tecnologico. Un tema cruciale anche per il settore Aerospace è quello del trasfe- rimento tecnologico. L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in proposito ha creato una speciale unità ITT (Innovazione e Trasferimento delle Tecnologie) che sostiene il trasferimento tecnologico da/per il set- tore spaziale e lo sviluppo di applicazioni in ambito non-spaziale che utilizzino dati satellitari e grazie all’avvio di iniziative dedicate. Il trasferimento tec- FOCUS INDUSTRIA AEROSPACE

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