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35 rmo settembre 2020 Paese, anche alla luce dei 2,4 miliardi di euro di in- vestimenti di cui il Brasile disporrà nei prossimi anni. Nell’area, l’Italia è molto forte sia con macchinari, au- toveicoli, farmaceutica, sia con gli investimenti diretti negli ambiti energetico, autostradale e automotive. L’impatto della pandemia sta avendo ripercussioni eco- nomiche molto forti: Il PIL ha subito un calo dell’1,5% nel primo trimestre del 2020. Secondo l’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica, la produzione industriale brasiliana ha registrato una perdita del 18,8% nel mese di aprile 2020 rispetto a marzo: il risultato peggiore dal 2002. Per il secondo mese consecutivo la produzione è scesa, accumulando nel periodo un calo del 26,1%. Abimaq, l’associazione brasiliana dell’industria delle macchine e delle attrez- zature, nel bilancio del settore per aprile 2020, ha visto una riduzione dei ricavi del 27% - (7,7 miliardi di re- ales) - rispetto allo stesso periodo del 2019, quando sono stati fatturati R$ 10,6 miliardi. Secondo l’Associa- zione, il calo subito annulla la crescita accumulata nel primo trimestre di quest’anno, che è ora inferiore del 6,5% rispetto ai primi tre mesi del 2019. Giappone. Il Paese del Sol Levante si propone come un vantaggioso interlocutore per l’Italia, in quanto quarto Paese mondiale per potere d’acquisto, quarto maggiore esportatore e sesto maggiore importatore al mondo. ll Covid ha colpito anche qui: per l’intero 2020 lo scenario base vede infatti l’economia giapponese diminuire del -5% circa, più ottimistiche le previsioni della Bank of Japan. Al netto della pandemia, va sot- tolineato l’impatto positivo dell’accordo commerciale UE-Giappone, entrato in vigore il 1° febbraio 2019. Nel periodo febbraio 2019-febbraio 2020 l’Italia, infatti, è il Paese UE che più di tutti ha saputo approfittare delle agevolazioni, tariffarie e non, dell’accordo con una quota del 28,1%. Tanto che il nostro Paese nel 2019 ha aumentato l’export verso il Giappone del +19,7% con 7,7 miliardi di euro, e ha mantenuto un alto li- vello anche nei primi due mesi 2020 (+23%). A marzo 2020 l’import giapponese è calato con una media del 5%, con picchi negativi a doppia cifra per Francia, Ger- mania, Regno Unito; meglio per l’Italia, attestatasi a un +1,1%. Da migliorare, però, è il market share del nostro Paese, ‘fermo’ all’1,6%. Scendendo, infine, nel

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