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23 rmo settembre 2020 annoverare fra le proprie fila anche realtà per certi versi uniche come Losma di Curno. Uniche perché rappresentano il seme di un modello di imprendito- ria sempre pronto a inventarsi nuovi obiettivi, sfide in nome della sostenibilità dell’industria a livello ambientale. Non è quindi per caso se accanto a pro- duttori più ‘tradizionali’ abbiamo scelto di chiedere anche a Giancarlo Losma, presidente di Losma, il proprio punto di vista su questa fase del tutto par- ticolare e sicuramente unica. Il pensiero dell’artefice di una delle vicende imprenditoriali più lungimiranti del nostro settore (parlare di ambiente più di qua- rant’anni fa era per molti uno sport per visionari) ci mostra aspetti che altrimenti non necessariamente riusciremmo a considerare fino in fondo. Per diversi motivi: non ultimo il fatto che Losma si trova a Curno, Bergamo, in una delle aree più flagellate dalla pan- demia. “La prima cosa su cui vorrei riflettere - ci spiega Gian- carlo Losma – è lo stato dell’arte del nostro comparto in questo momento. Il portafoglio ordini è in calo di per- centuali che variano da un minimo del 40 a un massimo del 70%. Questo non significa che il fatturato stia su- bendo la medesima sorte, anche perché si sta lavorando sugli ordini del 2019 da realizzare e consegnare. Anche se - aggiunge Losma – il 2019 non è stato un anno irri- petibile. I primi sei mesi del 2020 ci hanno costretto ad erodere questo tesoretto di ordini che ci portavamo die- tro. Così le aziende sane fino ad ora non hanno incon- trato particolari problemi. Ma i problemi posso sempre presentasi; al di là della sincera preoccupazione che tutti abbiamo avuto per la salute di chi ci sta attorno e anche nostra. Qui tornano in gioco i problemi che comunque erano già sul tavolo prima dell’arrivo del Coronavirus.” Il riferimento del presidente della Losma è chiaro e di- retto a mondi come quello dell’auto che sicuramente erano già in una fase di profonda incertezza, stretti fra elettrico, idrogeno, benzina, gasolio e che ora si ritro- vano ancor di più sotto pressione nel dover affrontare anche un momento di difficoltà come questo. “Da parte nostra stiamo cercando di monitorare at- traverso le nostre filiali quello che accade in giro per il mondo. Ma non sono particolarmente ottimista. Le faccio alcuni esempi: abbiamo una filiale negli Stati Uniti che ci manda segnali preoccupanti, e per noi gli USA sono il secondo mercato insieme alla Germania – è sempre Giancarlo Losma che spiega –. La nostra filiale in India, che è anche l’unica produttiva e dove lavorano diciotto persone, ci manda segnali non posi- tivi. L’India è un Paese per certi versi fragile e dopo il lungo lockdown terminato il 1° giugno, dovrà ancora combattere per vedere un inizio di ripresa. Anche in Europa non mancano problemi purtroppo. Devo dire che in Italia abbiamo fatto delle cose giuste e stiamo gradualmente rivedendo qualche segnale positivo, ma adesso sono i nostri mercati di esportazione a preoccuparci di più”. Partendo da questo scenario la convinzione di Giancarlo Losma è l’indispensabilità di prepararsi a poter gestire di slancio la fase che inevita- bilmente seguirà. Ci riferiamo alla fine dell’emergenza e al ritorno alla normalità a livello globale. “Non sap- piamo se a levarci dai guai sarà un vaccino o altro – in- siste Losma – ma sicuramente è fondamentale credere in quello che facciamo ed essere pronti per correre sulle opportunità che arriveranno. In questo momento molti hanno la tentazione di mettersi al riparo e aspet- tare che le cose tornino alla normalità. Io sono con- vinto invece che questo sia il momento per spingere sui cambiamenti, sulle innovazioni proprio per essere in prima fila nel momento in cui la corsa riprenderà”. Filterjet, Darwin 1200 e Argos PRO di Losma.

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