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46 rmo giugno/luglio 2020 Gestione finanziaria etica. Grazie alla sua prece- dente esperienza professionale, l’amministratore de- legato di Monzesi ha le idee molto chiare anche su come debba svilupparsi una gestione finanziaria etica e sostenibile di una PMI del mondo manifatturiero. Dove le parole chiave sono trasparenza e meritocrazia. “L’azienda non deve essere vista come un salvadanaio del proprietario o dei soci e i collaboratori devono es- sere valorizzati e remunerati in maniera equa, e con i giusti premi laddove serva - sostiene innanzitutto Ri- gamonti -. Occorrono equilibrio ed etica, e le spropor- zioni non ci devono essere in nessuna direzione, ragion per cui ritengo personalmente sbagliata la tendenza a strapagare dei manager presente in alcune realtà”. La completa trasparenza sul fronte dei dirigenti, così come sull’andamento dell’azienda, porta quindi a gua- dagnare il rispetto dei dipendenti, fattore essenziale per motivarli e coinvolgerli. “Mi ritengo una persona leale, nella vita come nella professione, credo nel va- lore del rispetto dell’altro, e penso che questo paghi e venga recepito e apprezzato - continua Rigamonti -. In Monzesi si lavora in maniera più felice, le persone in qualche modo si sentono rassicurate da me e mostrano un senso di attaccamento e dedizione al lavoro, senza paura di restare oltre l’ordinario orario se si tratta di concludere un importante progetto, e senza che lo si debba chiedere, come è accaduto proprio di recente”. Parlando di meritocrazia l’AD ha quindi una propria visione sulle aziende a conduzione familiare, dove la necessità di preservare la coesione di un legame che pre-esiste all’impresa mal si concilierebbe con la sua corretta gestione: “Anche in ragione della mia perso- nale esperienza nel mondo bancario, non credo più nelle aziende a carattere familiare perché qui non vi è riconoscimento dei meriti, in quanto sussistono simpa- tie e antipatie e per non far crollare l’azienda si cerca in primo luogo di far andare d’accordo tutti i membri della famiglia. Problema cui si lega anche la questione del cambio generazionale. In un simile quadro difficil- mente possono realizzarsi le condizioni per dar voce a tutte le istanze di innovazione che si muovono all’in- terno di un’impresa, a ogni livello”. Rigamonti pensa quindi che essenziale sia la presenza di amministratori dotati di esperienza unita a un buon livello culturale, insieme a un continuo aggiornamento di fondo, es- senziale per mantenere la necessaria apertura mentale e la disposizione al cambiamento per restare al passo con quanto avviene all’esterno. STRATEGIE Impegno per le donne L’attenzione all’innovazione, il grande peso dato alla formazione e al sapere che apre nuovi scenari e opportunità si esplica per Rigamonti anche nell’impegno profuso a sostenere l’imprenditorialità femminile. A fine 2018, la manager è stata la promotrice del ‘First Egyptian Italian Business Women Forum’, evento organizzato da Monzesi e ospitato dall’associazione italiana del commercio estero e dalla sede di Elite di Borsa Italiana (in foto uno scatto della giornata). Il convegno ha dato modo a imprese italiane ed egiziane di confrontarsi sul ruolo delle donne nel business tra i due Paesi, dando poi il via al progetto per creare una scuola di moda in Italia e dedicata alle donne egiziane. “In seguito al convegno sulle donne sono stata coinvolta nel progetto di aprire questa scuola di moda a Como, con l’obiettivo di dare la possibilità a delle ragazze egiziane di studiare e imparare la Moda italiana nel nostro Paese, con docenti provenienti dal cuore del settore che è Milano - spiega in conclusione Rigamonti -. Per me si tratta anche in questo caso di proseguire su una linea che passa dalla formazione istruzione, dalla cultura e dalla creazione di nuove opportunità. Credo che le donne, se hanno una cultura, possono riuscire a difendersi e realizzarsi anche in quei Paesi dove la loro figura è poco considerata”. Il progetto della scuola di moda in Italia per donne egiziane, messo al momento forzatamente in stand-by dall’emergenza Coronavirus, è però pronto per essere avviato, e al termine dei cinque anni di studi l’obiettivo è quello di aprire una scuola di moda in Egitto, dove si insegnerà sia moda maschile che femminile.

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