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41 rmo giugno/luglio 2020 andare dove? Con quali tempi?’: sono infatti, oggi, gli interrogativi più pressanti. Un concetto da tenere sempre ben presente è che quella innescata da Covid 19 non è una criticità spo- radica e momentanea, purtroppo. Perdurerà con mo- dulazioni diverse nei vari Paesi e con conseguenze (dall’entità non ancora prevedibile) sul tessuto so- ciale. “Questo comporta- ricorda Bottoli - che le aziende in fase di ripartenza debbano effettuare una valutazione a 360°”. Il principio, dunque è semplice: tutti i lavoratori, dovrebbero essere garantiti dal medesimo livello di sicurezza, sia che essi si trovino in ufficio sia in viaggio. “In quest’ottica – conclude il manager di Sicuritalia - occorre impegnarsi sul fronte forma- tivo, fornendo al dipendente le informazioni e le istruzioni necessarie a far fronte agli eventuali pos- sibili rischi; contemporaneamente vanno valutate le peculiarità sanitarie dell’area di destinazione e monitorati in tempo reale i rischi circostanziali. Con questi presupposti si potranno poi adottare le contromisure idonee, funzionali alla specifica con- tingenza”. Partire dal protocollo. Dal momento che con il ri- schio virus dovremo conviverci ancora (almeno fino alla scoperta di un vaccino efficace e per tutti), oc- corre avere delle basi di partenza per prevenire e con- tenere l’eventuale contagio. Da qui nasce l’esigenza del ‘protocollo anti - contagio aziendale’ che ha visto la luce lo scorso marzo e che è poi stato aggiornato il mese successivo. Per le aziende è di conseguenza diventato fondamen- tale adottarne le misure (personalizzandole in confor- mità alle proprie esigenze interne) e - sulla base del suo dettato - prevedere degli aggiornamenti al DVR. “In caso di trasferte, inoltre, è buona norma proce- dere ad un’analisi sinottica delle norme anti-contagio italiane e di quelle del Paese di destinazione” –, sug- gerisce Fabio Pontrandolfi, dell’Area Lavoro e Wel- fare di Confindustria. “L’ideale è trovare una sintesi, individuare i punti di Giacomo Bottoli è KeyAccount Manager di Sicuritalia : “Le criticità e i rischi insorti a causa della pandemia sono stati per le aziende (sia quelle più strutturate, sia quelle meno organizzate) un vero shock. Che ha contribuito a dare una nuova visibilità, una diversa prospettiva ai viaggi all’estero”. Fabio Pontrandolfi , Area Lavoro e Welfare di Confindustria : “In caso di trasferte è buona norma procedere ad un’analisi sinottica delle norme anti-contagio italiane e di quelle del Paese di destinazione, così da individuare i punti di contatto fra le normative e informare il proprio trasfertista”. Simone Scagliarini , Università di Modena e Reggio Emilia : “Di fatto occorre che il trattamento dei dati sia lecito, ovvero che abbia una base giuridica. Nell’ambito che ci riguarda, quello della salute, tale liceità deriva dall’articolo 9 del Gdpr, che parla esplicitamente di ‘interesse pubblico’. AlessandroArletti , owner di Arletti&Partners : “Per conoscere in modo esauriente l’enviroment in cui il lavoratore andrà ad operare fuori dai nostri confini, l’azienda deve documentarsi. Aquesto scopo è utile inviare al committente estero un questionario informativo, che chieda conto delle peculiarità locali”. Enrico Fontana , titolare dello Studio Legale Fontana : “La prima cosa da fare è organizzare la propria attività con metodo. Occorre quindi valutare con precisione i rischi che il lavoratore potrà correre durante trasferta. Inoltre, l’azienda dovrà documentare nel dettaglio tutti i provvedimenti adottati a tutela del dipendente”.

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