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39 rmo giugno/luglio 2020 lavori di gruppo. “Un’intensa attività che - sottolinea Pellegrino - ha dato vita a un fitto calendario di ap- puntamenti, tanto per l’e-learning, quanto per i live streaming event, mantenendo un alto livello di con- tenuti e relatori e continuando a guardare al futuro e all’innovazione”. Nell’immediato futuro, infatti, sa- ranno richieste competenze sempre più specializzate ma sempre più trasversali per un mondo del lavoro investito da un cambiamento continuo, tecnologico e organizzativo. “Le competenze su cui formiamo i manager del futuro sono - conclude Pellegrino - capa- cità di semplificare processi e attività, innovazione e nuove competenze digitali, spirito di collaborazione, negoziazione, etica e sostenibilità, visione prospettica e creatività, strategie collaborative in grado di abbat- tere i silos aziendali e rendere l’azienda agile”. Il professionista di domani deve saper parlare. “Quello che mi sembra sia avvenuto nella società ci- vile è la caduta di alcuni atteggiamenti nel sociale economico. Si sono dimostrati caduchi e le attività di questi settori hanno subito forti tracolli già nei primi giorni di lockdown. Esprimersi chiaramente e com- piutamente aiuta il lavoro. Anche nella formazione - spiega Gronchi - dobbiamo riaffermare la necessità dell’approfondimento e della riflessione con i tempi e i modi che questi necessitano”. Il mondo è cambiato e ci siamo chiesti quali nuove figure professionali po- trebbero o dovrebbero sbarcare nell’industria di do- mani. Per Gronchi si tratta di un aspetto culturale e di comportamento etico. “Mi sembra di capire che le aziende stiano riflettendo su questo punto e siano orientate ad attuare una selezione delle personalità scegliendo la solidità culturale. Vedremo, è ancora troppo presto per capire. Io credo che un comporta- mento etico più severo possa essere applicato anche nelle scelte del personale e dunque si chiedano mag- giori garanzie in tal senso agli educatori”, spiega. Anche per Federtec è presto per sapere se serviranno nuove figure. “Sicuramente - spiega Sasdelli - quelle attuali dovranno avere gli strumenti per potersi evol- vere e anticipare le esigenze di mercato. La flessibilità e la capacità di adattamento delle proprie modalità operative rappresentano un chiave fondamentale per la lettura di questo nuovo contesto lavorativo. Tutti i nostri corsi hanno l’obiettivo di rafforzare e aggiornare le competenze all’interno delle nostre aziende”. Anche Ucimu fatica a ipotizzare nuove fi- gure tout court. “Probabilmente - spiega Mariotti - ci dovrà essere una reinterpretazione di ruoli già esi- stenti. I cambiamenti riguarderanno presumibilmente le competenze digitali e organizzative. La formazione dovrà quindi essere articolata in competenze tecni- che e in organizzative. Per quanto riguarda le figure professionali, accanto ai ruoli tradizionali legati alla produzione, che muteranno con il tempo, si stanno poi diffondendo nuovi ruoli. Il primo più rilevante è quello di operational technology, il responsabile della tecnologia digitale della fabbrica, colui il quale deve capire come integrare le attività e le funzioni svolte dalle singole macchine e deve poi controllarle. Crescente è poi la richiesta di analytics developer e di data scientist che riferiscono tutti al responsabile delle operational technology, monitorando e analiz- zando i dati”, conclude Mariotti. Infine, per Taisch cambierà il mix di competenze che le figure professio- nali dovranno avere. “Cambierà la leadership - spiega il presidente di Made - con un’accelerazione pari a quella che le aziende hanno dovuto attuare per per- mettere ai dipendenti di lavorare da casa”. @stefano_belviol
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