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35 rmo giugno/luglio 2020 gliamo fare noi. Ricordando che il Competence Center è dedicato esclusivamente alle aziende, nei nostri 2.000 metri quadrati avremo isole disegnate su diversi gruppi tecnologici dell’industria 4.0 (ro- botica collaborativa, logistica, progettazione di pro- dotto, CAD dimensionale e una cave per la realtà aumentata), Additive Manufacturing, misura della qualità, efficienza energetica, cybersecurity e Big Data) e sono vere e proprie fabbriche che consen- tiranno alle persone di formarsi direttamente, la- vorando. Non vi è solo quello - spiega - avremo le nostre aule tradizionali, multimediali e una fabbrica multifunzionale che fungerà da Demo Center”. In pratica, Made assumerà tre identità: teaching cen- ter, training center e test center e, in questa triplice dimensione, diventerà un Cultural Center. La formazione deve fare i conti con la rivoluzione industriale. Come ha spiegato Taisch, oggi siamo im- mersi in un processo talmente veloce da non poter essere confrontato con i precedenti. “Le rivoluzioni industriali ante Covid-19 duravano 50 anni o più entro le quali si formavano i giovani, si dava il via a un ricambio generazionale che riusciva a completare il suo naturale iter al termine del quale le aziende avevano cambiato pelle e acquisito nuove compe- tenze. Ma oggi le rivoluzioni industriali sono più veloci e non ci si può aspettare il ricambio generazio- nale per avere un ricambio anche delle competenze in azienda. Quindi, a fianco della formazione dei gio- vani ingegneri, va promossa una formazione per chi già oggi lavora in azienda ed è la strada che nel piano Industria 4.0 è prevista sotto forma di incentivo sulla formazione”. Formazione non è protagonista. Siamo sicuri che la formazione sia davvero al centro delle prio- rità aziendali in questo momento? Secondo Paolo Gronchi, professore associato in chimica industriale del Politecnico di Milano e presidente di Poliefun, le imprese “non pensano ancora, anzi direi per niente, alla formazione e, tanto meno all’avanzamento culturale, all’innovazione o anche solo all’adegua- Marco Taisch è professore di Advanced and Sustainable Manufacturing, Politecnico di Milano - School of Management Manufacturing Group - Chairman scientifico del World Manufacturing Forum - presidente di Made, Competence Center su Industria 4.0: “Nel competence center MADE sfrutteremo il modello della teaching factory prendendolo a prestito dal mondo della medicina. Faremo formazione sul campo”. Alfredo Mariotti è direttore generale di Ucimu : “Si stanno poi diffondendo nuovi ruoli. Il primo più rilevante è quello di operational technology, il responsabile della tecnologia digitale della fabbrica colui il quali deve capire come integrare le attività e le funzioni svolte dalle singole macchine e deve poi controllarle”. Umberto Pellegrino è responsabile formazione di Business International - Fiera Milano Media : “Formiamo i manager moderni a prendere le decisioni in contesti turbolenti ed incerti, come quello attuale, dove non ci sono informazioni attendibili sugli scenari futuri. Esperti internazionali, accademici e case studies di successo si alternano per aiutare le aziende a ridisegnare strategie e modelli di business”. Paolo Gronchi è professore associato in chimica industriale del Politecnico di Milano e presidente di Poliefun : “L’intervento dei tecnici di esperienza, provenienti dalle varie aziende in accoppiata con un docente capace di razionalizzare su basi scientifiche, le azioni, le modalità produttive, sarà indispensabile”. Fabrizio Sasdelli è vicepresidente e coordinatore della commissione Tecnologie e Innovazione di Federtec : “se vogliamo creare un futuro per le nostre aziende, la formazione rimane un elemento cruciale e imprescindibile, la cui continuità va garantita al fine di preservare quella professionalità e competenza che le aziende italiane hanno saputo costruire nel tempo e che ci contraddistingue in ambito internazionale”.

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