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90 rmo aprile 2020 DAL MONDO DELLA FINITURA La pandemia che ha colpito gran parte dei Paesi del mondo in quello che sarà un anno già iscritto nelle pagine della storia ci ha insegnato tanto. Molte delle lezioni le abbiamo imparare durante le settimane di quarantena, l’informazione sull’emergenza sani- taria è stata molto capillare, e molto altro lo impareremo quando la gravità del problema sfumerà e ci sarà tempo di analisi (vere) e di considerazioni su cosa è stato gestito bene e cosa no. Sicuramente la complessità della si- tuazione e gli effetti drammatici sulle vite delle persone si sono, man mano che passavano le settimane, spostati anche su un ambito più prettamente economico. Il blocco delle attività produttive ritenute non essenziali ha colpito dolorosamente l’economia na- zionale, anche se l’interesse pubblico relativo alla sicurezza delle persone aveva giustamente la priorità. Il mese di marzo è stato cruciale per le aziende italiane, di tutti i settori: comprendere bene ciò che stava acca- dendo, capire cosa decidere rispetto alla produzione, rispetto ai propri di- pendenti, rispetto ai rapporti interna- zionali con fornitori e clienti, è stato cruciale e ha avuto un peso da non sottovalutare sui bilanci di ciascuna azienda. Le aziende hanno imparato anche che da sole non sarebbero ri- uscite ad affrontare gli incalcolabili effetti della situazione e non sono mancate, soprattutto nel ramo dei li- beri professionisti e del commercio al dettaglio, delle manifestazioni di ‘so- litudine’, esercenti che hanno detto di essere stati lasciati soli durante le settimane di difficoltà. Il punto nevralgico dell’associazio- nismo di categoria è quindi emerso in tutta la sua crucialità. Anima (che rappresenta l’industria meccanica in Confindustria) e la sua Ucif (Unione dei Costruttori di Impianti di Finitura) hanno messo in campo tutte le azioni possibili per poter essere al fianco delle aziende. È stato avviato un tavolo di confronto con il governo cercando di scongiurare la chiusura di tutti i settori pur tutelando la salute dei dipendenti e questo ha avuto effetto in quanto la decisione di lockdown è stata rin- viata al solo momento in cui è stata l’unica opzione possibile; all’emer- genza circa la fornitura dei dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, dispositivi medicali) è stata data risposta tramite un accordo si- glato con Confindustria e una delle prime 50 imprese produttrici di tali beni sotto il diretto controllo del Con- siglio di Stato che ha facilitato forni- tura e distribuzione; è stato creato un fondo di 50 milioni di euro per supportare le aziende intenzionate a riconvertire temporaneamente la pro- pria produzione verso beni necessari al fabbisogno sanitario e di questo fondo è stata data informazione alle aziende; è stato aperto un canale di- retto con un indirizzo e-mail dedicato per rispondere ai quesiti specifici delle aziende, frutto delle esigenze quoti- diane di una situazione che mutava di ora in ora; sono state fornite impor- tanti informazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non- ché misure a sostegno dei lavoratori. In questa drammatica situazione abbiamo interpretato il nostro ruolo come centrale per essere di supporto alle aziende. Il fenomeno da alcuni denominato di ‘infodemia’ (ovvero di eccesso di informazioni di diversa natura, provenienti da fonti molto diverse e di difficile discernimento) ha fatto sorgere la necessità di avere un unico interlocutore affidabile di riferimento che, oltre ad aggiornare in maniera puntuale e attendibile, sarebbe stato in grado di portare la voce delle aziende sui tavoli di chi in questo periodo ha preso decisioni così importanti per la società intera. Speriamo di non imbatterci più in situazioni drammatiche come quella vissuta in questo 2020 e speriamo di aver trasmesso il significato dell’asso- ciazionismo. Nei momenti difficili c’è bisogno di aiuto

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