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57 rmo aprile 2020 Le macchine utensili aprono alla solidarietà Il tam tam mediatico che si è creato attorno alle aziende che hanno deciso di intervenire a sostegno delle strutture sanitarie, a qualche ora dalla call to action della startup bresciana, ha fatto eco anche in Europa attraverso una Call to action di Cecimo, l’associazione europea delle industrie delle macchine utensili, rivolta alle aziende europee nel comparto additivo. L’invito era contribuire, laddove in grado di produrre componentistica medicale, ad aiutare gli ospedali messi allo stremo dal Covid-19. “Credo che il settore dell’Additive Manufacturing possa giocare un ruolo importante nel sostegno agli operatori ospedalieri nel mezzo di questa emergenza”, ha dichiarato Filip Geerts, direttore generale di Cecimo. “A ogni modo, è nell’interesse di tutti che si mettano da parte, in questo momento, tutte le questioni normative, per poter procedere in fretta e in modo tale che niente possa ritardare delle azioni immediate”. I l mondo dell’Additive Manufacturing gioca e gio- cherà un ruolo di primo piano in campo sanitario. Non si tratta di una svolta, ma di una necessità che è diventata una virtù. Già, perché l’emergenza sa- nitaria Covid-19 (Coronavirus) ha mosso, non solo il mondo sanitario che si è speso fino allo stremo per il supporto dei malati, anche le istituzioni mondiali hanno fatto appelli a riguardo. Mancano le valvole per i respiratori? Mancano i ventilatori? Mancano le mascherine e gli indumenti anti infezione? Pronti via. La ‘comunità’ ma anche l’industria, i costrut- tori di macchine utensili e il complesso dei cosid- detti ‘maker’, figure a metà tra gli inventori e gli artigiani, sopperiscono alle mancanze ospedaliere con strumentazioni ed elementi ad hoc. HP, Ferrari, Beretta Fabbrica d’Armi, per esempio, sono alcune delle realtà che hanno risposto alla chiamata. Ma non si parli di riconversione della produzione. O di nuovo core business. L’Italia che Innova. Come ha sottolineato Marco Bassoli, direttore R&D di Fabbrica d’armi Pietro Be- retta, “in futuro si potrebbe escludere. Il nostro core business è la sicurezza, l’ordine pubblico, l’at- tività sportiva attraverso la caccia, questi sono i no- stri pilastri del business. Penso sia improbabile che Beretta realizzi valvole o altri componenti sanitari quando l’emergenza sarà finita”. L’idea delle ma- schere d’emergenza è partita da Renato Favero, ex primario dell’Ospedale bresciano di Gardone Val- trompia, che ha pensato di riadattare un celebre modello già in commercio. Il dottore si è rivolto alla startup Isinnova, società di consulenza bresciana nel Il dipartimento di Rapid Prototyping di CRP Technology produce anche componenti in serie di piccole dimensioni mentre Stratasys ha mobilitato le sue risorse di stampa 3D per fornire schermi facciali usa e getta per l’uso da parte del personale medico. settore dell’ingegneria meccanica industriale, che a sua volta ha chiamato Decathlon, produttore delle maschere da snorkeling Easybreath, che ha subito collaborato fornendo il disegno CAD. Dopo valuta- zioni per le necessarie modifiche, è stato disegnato il componente aggiuntivo per il raccordo tra ma- schera e respiratore. È a quel punto che Isinnova
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