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35 rmo marzo 2020 Transizione 4.0, dall’altro ‘tira un po’ le orecchie’ al governo e ribadisce con forza alcuni concetti: non è possibile arrivare a febbraio 2020 senza i chiari- menti necessari su come applicare concretamente queste nuove misure del credito d’imposta, tant’è che proprio Marco Calabrò, dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico, ha confermato che, alla data del 30 gennaio 2020, mancavano all’appello alcuni decreti attuativi proprio del Piano. Carbo- niero ha affermato che un Piano che abbia validità annuale (il Piano Transizione 4.0 va dal 1 gennaio al 31 dicembre 2020 con applicazione anche sugli investimenti sottoscritti entro questa data ma con consegne entro la metà del 2021, ndr) è poco effi- cace ai fini di scelte d’investimento che vanno de- finite, maturate e messe in atto. Si pensi solo alle piccole e medie realtà poco strutturate che sono, di fatto, il bacino di utenza che ha beneficiato di meno delle agevolazioni contenute nel piano Indu- stria 4.0 della prima ora. Carboniero si aspettava un provvedimento (almeno) triennale. “Il credito d’imposta - spiega il presidente Ucimu - è più sem- plice da attuare per le imprese e queste possono compensare non solo le imposte dirette ma anche quei debiti tributari che entrano nel modello F24. L’azienda può quindi mandare in compensazione il credito dell’agevolazione con i contributi Inps e Inail che versa a favore del dipendente e questo è sicuramente un aspetto di rilevanza sia perché in precedenza non era previsto, sia perché permette anche alle aziende che non hanno prodotto utili di investire nelle loro attrezzature tornando a pro- grammare un’attività produttiva. Bene la durata del beneficio. Un applauso in- vece alla durata del beneficio. Il credito d’imposta ha valenza quinquennale per l’acquisto dei beni strumentali e tre per l’acquisto del software men- tre prima il periodo d’ammortamento (beneficio) durava sette anni. “A fronte di questi primi mes- saggi positivi - continua Carboniero - ci sono altre situazioni che hanno però portato a un blocco degli investimenti e molti associati me lo hanno confermato. Durante il mese di gennaio 2020 non hanno proprio effettuato investimenti e quindi or- dini. Ci eravamo abituati al calcolo del super am- mortamento, diventato ormai assodato, ma ora c’è la nuova normativa, un nuovo calcolo, e se non vi sono spiegazioni, gli imprenditori non sanno come fare. Invito il ministero a fare una campagna di comunicazione per queste novità perché proprio lo scorso dicembre il ministro dello Sviluppo eco- nomico Stefano Patuanelli parlò di questa nuova normativa ma non se ne diede seguito con una efficace campagna di informazione”. Attualmente Ucimu è impegnata in questo processo esplicativo attraverso un vero e proprio tour in Italia. Altro capitolo è la durata del provvedimento. “A luglio scorso avevamo insistito su provvedimenti struttu- rali e strutturati pluriennali. Avevamo invitato il Governo a fare un piano triennale perché siamo convinti che le nostre PMI abbiano bisogno di cadenzare nel tempo gli investimenti. Era pensa- bile - siega Carboniero - che nel 2019 ci fosse un rallentamento negli ordinativi ma dobbiamo fare anche i conti con l’economia mondiale. Il Fondo Monetario Internazionale mette l’Italia a fanalino di coda sulla crescita del PIL, inoltre nonostante un primo intervento sul cuneo fiscale, l’Italia è ancora la nazione con la percentuale più alta, 48%, contro la media europea del 42%. Auspico che non ci sia un blocco degli investimenti di beni strumentali e tecnologici 4.0, come lo fu il periodo 2009-2014, mi auguro che continuino gli incentivi e gli investi- menti dato che, nel nostro settore, siamo a metà del guado con il 50% delle aziende che fino a ora hanno investito in impianti 4.0, ma resta fuori an- cora l’altro 50%”. Un ultimo tassello relativo alla formazione. Apprezzando che nel provvedimento in esame sia stato aumentato il credito d’imposta in ambito 4.0, Carboniero fa una critica pubblica. “Non è stata ascoltata la nostra richiesta che vo- leva che il credito d’imposta non comprendesse solo le ore di formazione fatte ai dipendenti ma anche il costo del docente esterno”. Massimo Carboniero è il presidente di Ucimu.

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