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23 rmo marzo 2020 Milano-Bovisa sede delle strutture del competence center milanese Made. Dell’evento milanese, la re- dazione di RMO, ha selezionato alcuni interventi re- lativi all’industria automotive e aerospace. Vediamo, qui di seguito, il parere degli esperti. L’importanza di fare rete. “Il Politecnico di Milano - ha esordito Bianca Maria Colosimo, docente in ma- nufacturing and production systems, dipartimento di meccanica -, ha investito da diversi anni in una rete di laboratori molto estesa che sviluppa nuove soluzioni, processi e mac- chine intelligenti, anche per quanto riguarda le nuove tecnologie addi- tive”. Ma come trasmettere queste conoscenze alle imprese? Colosimo ha proseguito: “Grazie all’iniziativa del Mise, Ministero dello sviluppo economico, relativa ai centri di com- petenze Made per la smart factory, il Politecnico di Milano è in rete con altre tre Università: Pavia, Bergamo e Brescia e collegato a 39 partner in- dustriali con l’obiettivo di divulgare il cambiamento di paradigma in ot- tica 4.0. Ecco allora come l’additive manufacturing è una tecnologia principe in ambito di digitalizzazione e costruzione di prodotti, della sostenibilità, dell’alleggerimento dei manufatti e del cambio della mentalità in fase di pro- gettazione”. La sfida più significativa ha sostenuto la docente è quella di portare queste conoscenze, non solo ai grandi gruppi industriali, ma anche alle PMI ita- liane spina dorsale del sistema produttivo nazionale. Obiettivo a medio termine di Made è raggiungere in tre anni più di 10.000 persone attraverso attività di informazione e divulgazione sulle potenzialità delle Bianca Maria Colosimo , docente del Politecnico di Milano: “Il Politecnico di Milano collabora con una rete di laboratori molto estesa che sviluppa nuove soluzioni, processi e macchine intelligenti, anche per quanto riguarda le tecnologie additive”. Gabriele Natale , fondatore di MOI composites : “MOI ha sviluppato una tecnologia di additive manufacturing in grado di processare materiali compositi a fibra continua con matrici termoindurenti”. Stefania Minnella , application engineer 3D printing Italy di HP : “L’azienda è da diversi anni impegnata nello sviluppo di stampa 3D. La soluzione più recente è la tecnologia HP Multi Jet Fusion che consente di produrre pezzi in polimero ad alta resistenza”. Claudio Locatelli , automation and special project manager Brembo : “Per la tipologia della nostra produzione è necessario dotarsi di un’elevata automazione. Quindi, tutte le tecnologie abilitanti a industria 4.0 sono fondamentali. In questi anni abbiamo dotato i reparti di stampanti 3D per materiali termoplastici”. FOTO FRANCESCO PUZELLO AM RESEARCHER & CONSULTANT
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