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106 rmo marzo 2020 DAL MONDO DELLA FINITURA Dopo tanto travaglio e un lunghis- simo periodo di incertezza in merito alla Brexit, il 2020 è passato alla sto- ria per l’uscita ufficiale della Gran Bretagna dall’Unione Europea. L’in- certezza però non è terminata per- ché, se il lungo iter politico è giunto a una decisione definitiva, ora bisogna capire ed analizzare tutte le ripercus- sioni di tale decisione. L’Inghilterra è storicamente nota per la sua finanza, ma va detto che la finanza è stata piuttosto assente nella prima fase dei negoziati sulla Brexit. Per quanto concerne gli accordi commerciali Brian Johnson ha voluto dall’inizio impostare una relazione economica relativamente distante dall’UE, si- mile alle relazioni del blocco con il Canada e l’Australia. Ciò si traduce in termini di maggiori vincoli com- merciali, come la compilazione dei documenti doganali e documenti sulle norme di origine. Ma gli effetti sull’economia non si fermano qui perché nell’ultimo trimestre del 2019 l’economia britannica è rimasta sta- gnante: la produzione manifatturiera è diminuita dell’1,1% rispetto ai tre mesi precedenti, r i f l e t t endo un declino in 11 dei 13 set- tori ma soprattutto è stata trascinata giù dalla produzione automo- bilistica, scivolata dell’1,9%. Anche la produzione di servizi (che rap- presenta circa l’80% dell’econo- mia nazionale) si è rallentata dello 0,1% nell’ultimo trimestre del 2019. Nel settore automobi- listico ogni anno oltre 1 milione di autovetture la- sciano la Gran Bretagna a van- taggio di altri mercati, ma per ogni auto che parte ne arrivano due; con la Brexit cambierà completamente questo equilibrio: nel caso in cui sa- ranno inserite nuove tariffe le case automobilistiche inglesi potrebbero valutare di incrementare la produ- zione locale per assolvere al mercato nazionale, soddisfacendo quella parte di domanda che resterebbe all’asciutto a seguito di minori im- portazioni. Ovviamente i prezzi finali saranno diversi dal momento che le auto più popolari non possono essere prodotte in modo competitivo inter- namente, soprat- tutto per i costi di manodopera. Questi effetti vanno v i s t i anche in ter- mini di minor capacità ad im- portare prodotti: il Regno Unito è il quarto mercato di sbocco per le espor- tazioni del Mezzogiorno con circa 2 miliardi di euro di importazioni complessive nei primi nove mesi del 2019 (il settore agroalimentare gioca un ruolo fon- damentale in questa cifra). Non solo, la Brexit colpirà anche le persone che vorranno recarsi in Gran Bretagna per trovare lavoro. Infatti, a partire dal 1 gennaio 2021 (il 2020 sarà un anno di transizione) chi desidera la- vorare in UK potrà farlo solo se in possesso di un’offerta di lavoro spe- cializzato (questo varrà sia per citta- dini UE che per quelli extra-UE). La decisione del governo è stata presa in modo da ridurre l’immigrazione ed attirare solo le migliori risorse ed è evidente che questo causerà diffi- coltà per le aziende che avranno bi- sogno di personale non qualificato, perché potranno attingere da un ba- cino di utenza più ristretto e quindi finendo per essere meno competi- tive sul prodotto finito in termini di prezzo. Ucif e Anima Confindustria hanno attivato un osservatorio di- retto con l’ufficio di Londra dell’ICE in modo da ricevere informazioni tempestive e affidabili e aggiornare le proprie aziende associate in modo da supportarle su questo tema che attira ancora tantissime domande. Brexit : cosa succede ora?

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