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64 rmo gennaio/febbraio 2020 di Stefano Vinto Aumentano le installazioni di robot collaborativi negli ospedali italiani, dove il loro impiego minimizza i rischi, soprattutto nella chirurgia ortopedica. Questi sistemi permettono così di essere utilizzati per svolgere le operazioni più delicate zione di ginocchio (poco più di 80 mila interventi) ai primi posti. Ma in campo ortopedico si ricorre all’Intelligenza Artificiale anche per effettuare veri e propri interventi chirurgici al ginocchio o agli arti. Margine di errore inferiore al mm. Del resto, la precisione del braccio robotico guidato da un medico chirurgo ha un margine di errore inferiore al millime- tro e consente di operare senza intaccare i tessuti sani circostanti. Ma, stando a quanto dicono gli esperti, il potenziale della chirurgia robotica in ortopedia è immenso. Basti dire che secondo gli analisti, il mer- cato mondiale dei robot chirurgici è destinato a cre- scere a un tasso di oltre il 20% l’anno nel prossimo futuro. Macchine pronte a integrare all’interno delle R ealtà aumentata e machine learning sempre più protagonisti negli ospedali e nelle sale ope- ratorie. Dal 2011 a oggi, infatti, i cosiddetti robot collaborativi, noti anche con il nome di Cobot, hanno fatto passi da gigante, consentendo di ri- durre drasticamente gli errori e facilitare il recupero fisico da parte del paziente. Uno dei campi della chirurgia dove i cobot sono maggiormente utilizzati è quello dell’ortopedia. I numeri parlano da soli. Stando ai dati 2017 registrati dalle schede di dimis- sione ospedaliera, dal Programma nazionale esiti e del Registro italiano artroprotesi (Riap), in Italia si effettuano mediamente circa 200 mila procedure di artroprotesi l’anno, che vedono l’intervento all’anca (oltre 108 mila casi) e la sostituzione dell’articola- Cobot per chirurgia ortopedica FOCUS MEDICALE
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