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68 rmo novembre/dicembre 2019 Il 2020 coincide con i vent’anni di attività di AIdAM, l’associazione italiana di automazione meccatronica. Un settore che vede l’Italia, insieme alla Germania, ai vertici. Dopo la fase di spinta all’internazionalizzazione ora gli sforzi si concentrano per rendere AIdAM una realtà rappresentativa ai tavoli in cui si decidono le sorti della politica industriale italiana. Ne parliamo con lo storico direttore Massimo Vacchini e con il presidente Michele Viscardi F esteggia vent’anni di vita AIdAM, l’associazione italiana che esprime un settore tra i più vitali e promettenti dell’economia, quello dell’automazione e della meccatronica. In essa convergono oggi de- cine di aziende che rappresentano il lato visionario dell’imprenditorialità Made in Italy: non solo co- struttori di macchine, ma anche sistemisti che tradu- cono la tecnologia della visione in applicazioni per l’automazione, costruttori di componenti e specia- listi in robotica, uniti in una rete unica in Europa. Forte di quella fantasia progettuale che è tratto di- stintivo nazionale, l’Italia si colloca insieme alla Ger- mania ai vertici del settore per valore assoluto dei prodotti, seconda solo al Giappone. Un risultato sor- prendente, soprattutto se si pensa che è ottenuto a dispetto dei limiti che il settore affronta: limiti tipici di un comparto relativamente giovane e che, nono- stante le evidenti potenzialità, fino a poco tempo fa faticava a trovare il giusto spazio all’interno del si- stema economico. Ma flessibilità, creatività e velocità nell’elaborazione di soluzioni originali hanno reso la nostra nazione fin da subito pioniera e brillante punto di riferimento nel panorama internazionale per tutte le tematiche relative all’automazione. Opportunità per le imprese. È stata la nascita di AIdAM, fortemente voluta da un piccolo nucleo di aziende e cresciuta nel tempo fino a contarne oggi FOCUS ASSEMBLAGGIO AIdAM festeggia 20 anni di attività di Elena Castello

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