RMO_224

31 rmo novembre/dicembre 2019 decisamente più completi che mettono a disposizione anche un sistema di consulenza on – line o magari la possibilità di essere aiutati direttamente dal proprio commercialista. Il Sistema di Fatturazione integrata (Sdi) prevede anche la firma digitale di chi emette la fattura (o dell’intermediario) in modo che contenuto e correttezza della stesa abbiano una paternità certa. Se un tempo la fattura viaggiava via e-mail, via posta o attraverso altri sistemi tradizionali, ora a fare da ‘spedizioniere’ c’è il Sistema di Interscambio che è il punto di transito obbligatorio per tutte le fatture elettroniche emesse verso privati a verso la Pubblica Amministrazione. Il sistema di Interscambio riceve la fattura, provvede a una serie di controlli formali e provvede a recapitare la fattura al soggetto cui è destinata. Se si tratta di Pubblica Amministrazione è sufficiente inserire un codice di sei caratteri che deve essere inserito obbligatoriamente in fattura. Nel caso di aziende e professionisti le strade percorribili sono due: la prima è la PEC di chi riceve la fattura, il se- condo è il codice destinatario Sdi che non è altro che un codice di accreditamento Sdi per inviare la fattura. Firmare e conservare. La fattura elettronica però deve essere firmata elettronicamente utilizzando una firma elettronica ‘qualificata’ (termine burocratico per indicare che la firma deve essere certa) e anche in questo caso i numerosi sistemi gestionali presenti sul mercato mettono a disposizione questa opportunità dando a ciascuna fattura emessa la propria firma di- gitale con indicazione temporale dell’emissione, trac- ciano il percorso della fattura elettronica si impegnano a comunicare qualsiasi criticità affinché si possa inter- venire. A questo si deve aggiungere che la fattura elet- tronica deve essere archiviata per doeci anni. Anche in questo caso i numerosi provider di programmi di gestione delle fatture elettroniche provvedono a ese- guire questa attività. Questa attività si chiama conser- tezione dei dati personali), all’articolo 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE nonché, infine, all’art. 16 del Trattato dell’Unione Europea. Nulla da fare. Ri- corsi ignorati e fatturazione elettronica improrogata. Anno nuovo fattura nuova, verrebbe da pensare. E così è stato anche se con i dovuti distinguo e i ten- tativi (a volte anche in zona Cesarini) di rimandare un provvedimento che alla fine non stravolge più di tanto le nostre abitudini quotidiane. La vera diffe- renza da quello che abbiamo potuto constare par- lando con imprenditori e professionisti che ne devono fare uso, sta nella parte burocratica sicuramente mac- chinosa rispetto a quanto si potrebbe desiderare e im- maginare, visto il passaggio dal cartaceo al virtuale. Alla fine però il tutto è stato meno traumatico del previsto e già dopo una manciata di settimane i do- cumenti trasmessi e inerenti le fatture elettroniche superavano quota trenta milioni. Alcune difficoltà comunque restano e le vedremo più avanti. Tutto diventa virtuale. Il sistema digitale di emis- sione, trasmissione e conservazione delle fatture, permette di abbandonare una volta per tutte (e per sempre) il ricorso alla carta e a tutti i costi (visibili e invisibili) che si porta dietro. Ad esempio i costi di stampa, di spedizione e di conservazione (durata dieci anni!). Ora è tutto diverso. Un passaggio non facile psicologicamente dopo decenni attraversati con il concetto della ineluttabilità della carta. Oggi la fattura elettronica viene compilata attraverso un software apposito messo a disposizione da moltis- sime aziende specializzate e con costi estremamente variabili: si passa da pochi /anno per i sistemi più semplici (potremmo definirli fai da te o low cost) e si possono raggiungere i 250/300 per quei sistemi

RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=