RMO_223

25 rmo ottobre 2019 impianti, beni strumentali a uso produttivo, hardware, software e tecnologie digitali. L’agevolazione sarà valida fino al 2023, salvo esaurimento anticipato dei fondi. Proprio su questo fronte, De Candia ricorda che vi è un’eccezione: per i finanziamenti fino a 100 mila euro, si potrà beneficiare dell’erogazione dei contri- buti in un’unica soluzione senza doverla frazionare nei cinque anni. E aggiunge: “Vi sarà un contributo poten- ziato della nuova Sabatini per le imprese costituite in forma societaria impegnate in processi di capitalizza- zione. Si tratta di un’utile strumento per imprese che hanno difficoltà a ricevere un finanziamento”. Quindi, non di solo supporto ministeriale beneficiano le aziende. Anche il mondo bancario ha il suo valore. “Serve supporto all’innovazione, su tutti i fronti, perché le aziende che più innovano sono anche le più resilienti - interviene Stefano Firpo, attualmente direttore Me- diocredito Italiano del Gruppo Intesa Sanpaolo nonché padre riconosciuto del Piano Nazionale Industria 4.0 -. Quindi non solo guardare alle agevolazioni messe in atto dal Mise ma anche a quelle europee. In Mediocre- dito abbiamo costituito un apposito team di supporto europeo: diamo un servizio di advisor industriale e fac- ciamo scouting di fondi per preparare le imprese a la- vorare in un’ottica internazionale”. Quindi uno sforzo ad aiutare le imprese a raggiungere una certa soglia dimensionale e presidiare le posizioni di business, sul territorio, come protagoniste. Firpo parla poi di integra- zione di filiera: “Un tessuto di PMI come quello italiano deve lavorare a livello di filiera per sopravvivere”. Piano 4.0... E poi? Se il presidente di Ucimu sottoli- nea l’importanza di un piano strutturale, Marco Cala- brò aggiunge alcuni aspetti urgenti che devono avere un impatto immediato per dare il via a quel processo continuativo. Un gap del 50% delle imprese italiane che è ancora escluso dal processo di trasformazione digitale; le aziende, specie micro e piccole, che hanno problemi a inserirsi nella quarta rivoluzione industriale. Quindi, le cose da fare sono ancora tante. “Dobbiamo dare certezza alle imprese sull’utilizzo delle misure a loro disposizione - indica Calabrò - penso ai crediti di imposta; abbiamo cercato di dare indirizzi guida alle aziende che non utilizzano in modo coerente il credito d’imposta ricerca e sviluppo”. Da accertamenti dell’A- genzia delle Entrate si è scoperto che questi hanno dato un esito deludente con chiusura di verbali a recu- pero del credito maturato. “Nella nuova formulazione - continua il dirigente del Mise - abbiamo premiato le spese coerenti con la R&D e gli obblighi documentali al fine di guidare le imprese verso veri e propri progetti di R&D allo scopo di dare maggiore garanzia affinché le spese agevolate fossero coerenti con la misura. Ci siamo accorti che spesso le imprese sono andate verso una direzione di sostituzione di macchine obsolete, ma non completamente sfruttate, in macchine avanzate, il che ci ha fatto intuire che le aziende hanno ancora una difficoltà a percepire il passaggio da una logica di inve- stimento legato al beneficio fiscale a una logica di inve- stimento legata a strategie di avanzamento coerente”. Durante il primo anno di fruizione (il 2017) due terzi delle agevolazioni inerenti l’iperammortamento sono state pressoché appannaggio delle grandi e medie aziende, il resto alle piccole. “Il tema diventa come rendere sistemico questo beneficio fiscale - indica Ca- labrò -. Modificando l’aliquota e gli importi di inve- stimento a tal punto da non ritenerli più convenienti per una grande azienda”. @Stefano_Belviol

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