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N ell’agosto del 2014 il Gruppo Rifa acquistava la storica azienda piacentina MCM. Alla guida si insediava come amministratore delegato Gian Luca Giovanelli. A distanza di cinque anni da quel passag- gio societario è tempo di un approfondito bilancio. E i numeri fotografano una crescita poderosa, oltre alle aspettative: il fatturato è passato dai 46 milioni di euro del 2014 agli oltre 110 milioni di euro con cui dovrebbe chiudersi il bilancio di quest’anno, le risorse umane sono aumentate da 200 a oltre 350, con un prevalente inseri- mento in organico di giovani e il conseguente riequilibrio dell’età media. Le superfici operative sono sostanzial- mente raddoppiate. Oggi MCM è un player riconosciuto a livello globale, costruttore di sistemi automatizzati pie- namente nella logica Industria 4.0. “Le storiche poten- zialità innovative e tecnologiche di MCM e l’oggettivo andamento positivo dei mercati, sono stati ben sfruttati attraverso politiche commerciali aggressive. L’insieme di questi elementi ha consentito di soddisfare le ambi- zioni di crescita - indica l’amministratore delegato -. Una crescita così marcata ci ha però indotti a privilegiare un approccio più orientato all’efficacia che all’efficienza. Nei prossimi anni le linee guida di sviluppo aziendale do- vranno quindi essere maggiormente orientate al conso- lidamento di ciò che abbiamo costruito, in tutti gli ambiti aziendali, soprattutto dal punto di vista organizzativo, di sviluppo tecnologico e di collocazione commerciale”. Elementi di crescita. “L’elemento principale della crescita di MCM nell’ultimo quinquennio è stato in- nanzitutto il buon andamento del mercato a livello mondiale, sia in termini assoluti sia in termini relativi, che ha indotto alcune dinamiche che ci sono state fa- vorevoli - entra nel dettaglio Gian Luca Giovanelli -. Il fenomeno di delocalizzazione della manifattura con l’obiettivo di produrre low-cost è andato scemando e ha conseguentemente riportato molte produzioni in Occidente”. Questa dinamica di reshoring ha compor- tato un livello di automazione molto superiore rispetto al passato, anche sollecitato dall’introduzione del pa- radigma di Industria 4.0. “Questo è stato un ulteriore elemento per noi favorevole poiché MCM ha da sem- pre posto l’accento sullo sviluppo e il mantenimento in azienda di un know-how tecnologico elevato - spiega - e da anni ha intrapreso la strada di proporsi non come un semplice costruttore di centri di lavoro bensì di più completi e complessi sistemi di automazione”. L’azienda piacentina ha scelto fin dalle sue origini di dotarsi di una struttura snella e puntare su know-how e competenze. “Per la progettazione, intesa come luogo della generazione e del mantenimento del know-how, tendiamo ad essere molto make, mentre per la parte della costruzione dei manufatti siamo assolutamente buy. Internamente eseguiamo le fasi di premontaggio, assemblaggio, testing e installazione. Questa specifica scelta, a volte in controtendenza, è stata mantenuta perché si è rivelata vincente negli anni - spiega la filo- sofia di MCM l’amministratore delegato -. Mantenere questo rapporto col territorio, anche a fronte della crescita aziendale, è stato possibile tra l’altro grazie al L’headquarter di MCM è a Vigolzone, nel Piacentino.
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