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21 rmo settembre 2019 vista logico le attività produttive, aggregandole sotto un’unica realtà produttiva e accorpando brand che potessero avere sinergie anche dal punto di vista dei servizi che ruotano intorno all’attività produttiva, come gli acquisti, la progettazione e naturalmente le fasi di assemblaggio e installazione. Un esempio concreto è proprio lo stabilimento Jobs dove vengono prodotte macchine di quattro brand diversi (Jobs, Rambaudi, Sachman e Sigma), che solo qualche anno fa erano prodotti in quattro stabilimenti differenti. Anche in Germania stiamo guardando a questa rior- ganizzazione per una migliore sinergia dei costi fissi che ruotano intoro ai nostri prodotti. Dal punto di vista commerciale, i singoli stabilimenti e le Business Unit sono responsabili di quello che noi chiamiamo il Technical Sales, ovvero tutta l’attività tecnico-commerciale e il follow-up delle proposte, mentre abbiamo una struttura di Global Sales che ha valenza geografica per seguire da vicino tutti i brand del gruppo, ed è responsabile delle attività sul ter- ritorio e dei grandi clienti. Nell’ambito dell’acquisto abbiamo una struttura Global Sourcing centralizzata che coordina i grandi fornitori, e che opera per tutti i brand comprese eventuali acquisizioni. Un’ottimiz- zazione che prosegue e che permette di inserire una potenziale acquisizione mediante una sorta di plug-in con strutture che agiscono trasversalmente”. Il 2018 è stato un anno molto felice per la stragrande mag- gioranza delle aziende del settore. Anche per Jobs? “È stato un anno di grandi soddisfazioni: abbiamo raggiunto i volumi che ci eravamo posti come obiet- stro azionista di riferimento sta considerando sono molteplici in Asia e in Europa. Si pone molta atten- zione a ciò che si acquisisce affinché vi sia una crescita, ma che sia profittevole e coerente col portafoglio prodotti già esistente. Noi siamo considerati tra i possibili buyer di aziende; vogliamo però portare avanti le nostre acquisizioni anche in base a una strategia geografica. Guardiamo molto al mercato cinese, che vanta una posizione di leadership per presenza industriale e con ottimi pa- rametri per quanto riguarda i volumi e la redditività, ma anche in Europa vi sono realtà industriali interes- santi che guardiamo con attenzione”. Il Gruppo ha in passato realizzato acquisizioni importanti anche nel nostro Paese. Come è andato il processo di inte- grazione tra le varie realtà? “In realtà le acquisizioni si sono sviluppate in un arco di tempo di otto anni dalla prima in Italia con Rambaudi. Pertanto, l’integrazione tra le varie realtà è già da tempo avvenuta. Il processo di aggregazione è stato veloce ed è stato studiato aggregando tutti quei brand e prodotti con caratteristiche in comune. Abbiamo cre- ato a livello Europeo le Business Unit Milling, Turning, Grinding e Multispindle, aggregando all’interno di queste entità organizzative stabilimenti e produzioni che avessero sinergie, anche nell’ambito della compo- nentistica e della progettazione di soluzioni complete da proporre ai clienti: particolari rotanti per quanto riguarda il Turning e prismatici per il Milling e specia- lizzate sui relativi processi per Grinding e Multispindle. Abbiamo poi cercato di organizzare da un punto di Un tour all’interno dell’azienda interamente dedicato agli studenti.

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