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46 rmo giugno/luglio 2019 L’Europa produce il 35% di tutte le macchine utensili nel mondo. A livello continentale il 2018 è stato un anno di crescita rispetto a quello precedente mentre le prospettive per il 2019 sono di una sostanziale stagnazione in attesa di un nuovo slancio previsto per il 2020. L’Intelligenza Artificiale sarà uno dei driver del futuro. Il quadro è emerso nella recente assemblea generale di Cecimo di Luca Rossi Europa in stagnazione L ’ industria europea di macchine utensili ha fatto registrare nello scorso anno un fatturato pari a 27,5 miliardi di euro, superiore del 9% rispetto a quello dell’anno precedente. Questo dato porta l’Europa a ritagliarsi una quota di mercato del 35% dell’intera produzione globale di macchine utensili. La stagnazione del commercio mondiale, le incer- tezze geopolitiche e un negativo sentiment impren- ditoriale portano a delle aspettative per l’anno in corso di un rallentamento ma di un successivo re- cupero di slancio nel 2020. Quest’anno, il mercato europeo delle macchine utensili rischia di espan- dersi più lentamente degli Stati Uniti e dell’Asia. L’analisi è emersa nel corso dell’assemblea generale di Cecimo, l’associazione europea delle industrie delle macchine utensili e delle relative tecnologie di produzione, che si è svolta nel giugno scorso a Rüschlikon. Prospettive e tendenze. La produzione globale lo scorso anno è cresciuta a un tasso fisso dell’1% e ha raggiunto un volume di 79,7 miliardi di euro nel 2018. La crescita della produzione è stata trainata da Cina, Brasile, Turchia e Canada, registrando tassi di crescita negativi a due cifre. I clienti dei costruttori di macchine utensili in Europa hanno registrato un tasso di crescita della produzione dell’1,8% nel 2018 e prevedono una crescita piatta quest’anno. La produzione mondiale delle industrie di acquisto di macchine utensili in tutto il mondo ha re- gistrato una crescita di circa il 5% nel 2018 e dovrebbe rallentare al 2,3% nel 2019. Sia il commercio europeo sia quello mondiale delle macchine utensili hanno rallentato di molto. Sebbene le principali misure fiscali all’importazione degli Stati Uniti siano rivolte alla Cina, il settore automobilistico europeo è a rischio. Anche l’attività industriale di altri ECONOMIA

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