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FOCUS ADDITIVE MANUFACTURING 66 rmo maggio2019 fino al 2028 quando si supererà il valore di 12 miliardi di dollari. Il tutto partendo da un mercato dell’addi- tive che oggi (nell’automotive) è concentrato princi- palmente sulla prototipazione e sulla produzione di utensili, ma che inizierà ad allargare il proprio fronte sempre più verso la produzione di parti che diverrà di fatto il principale business per l’AM nel mondo au- tomotive. Quindi uno spostamento dallo strumento produttivo al prodotto superando prototipi, attrezza- ture e hardware. Qui, e rimaniamo per ora nel mondo automotive, a dare un impulso importante in partico- lare saranno i prodotti (sia in metallo che in polimeri) costruiti internamente sia dagli OEM sia da fornitori in outsourcing. Anche nel mondo del medicale le previsioni di crescita delle tecnologie additive sono importanti e i prodotti a base ceramica non restano certamente indietro visto che le previsioni di mercato fatte da SmartTech parlano di un settore che arriverà nei prossimi dieci anni a moltiplicare per diciotto volte il proprio volume di affari. Sono dati impressionanti che tengono conto di un elemento: la produzione additiva continua a essere elemento centrale per le strategie di trasformazione digitale dei principali innovatori in tutti i settori in tutto il mondo. Ma a differenza degli anni passati in cui le discussioni erano imperniate su come raggiun- gere obiettivi a lungo termine, nel 2018 sono stati raggiunti o rivelati numerosi impegni e passi signifi- cativi. I produttori di auto hanno riportato il successo nell’integrazione di più tecnologie AM a nella produ- zione di ‘parti di ricambio a richiesta’. GE Aviation ha annunciato di aver prodotto in modo additivo 30.000 dei suoi ugelli del carburante che alimenta i reattori dei jet con cui ci spostiamo ogni giorno nei cieli del mondo. BMW sta utilizzando polimero e metallo AM per la produzione di componenti automobilistici in veicoli di alto livello. In breve, l’industria ha iniziato a fare passi da gigante. Anche nei beni di consumo si è visto un incremento significativo della AM. Integrazione per cominciare. Additive manufac- turing quindi come strumento del futuro in grado di mandare in pensione parte consistente dell’industria più tradizionale? No, assolutamente no. Come spesso accade nelle tecnologie manifatturiere assisteremo a un graduale passaggio dalle produzioni più tradizionali a quelle innovative. Non ci sarà però un rimpiazzo e non dimenticheremo il modus operandi odierno per ab- bracciare definitivamente l’AM. Assisteremo (e questo sta già accadendo), a una graduale integrazione delle tecnologie additive con quelle legate al mondo più tra- dizionale dell’asportazione. È vero che ci sono oggetti che già oggi vengono prodotti direttamente seguendo il processo additivo, ma è anche vero che questi rappre- sentano una piccolissima percentuale del totale e sono confinati in aree apicali del mondo produttivo. Partico- lari di automobili da molte decine di migliaia o centi- naia di migliaia di euro (per esempio alcuni particolari delle automobili Lamborghini) od oggetti destinati a numeri tutto sommato esigui rispetto alle produzioni di massa. E poi non si deve dimenticare che l’AM com- porta una vera e propria rivoluzione nel pensare e pro- gettare un oggetto. Cambiano totalmente i parametri di riferimento e invece di pensare all’ottimizzazione di un prodotto partendo da una realizzazione tradizionale (lo stampaggio), i progettisti dovranno necessariamente rivedere a fondo il modo con cui fino a oggi si è pen- sato alla produzione di oggetti. Non è quindi un caso che tutti i grandi produttori di sistemi di progettazione stiano ripensando a fondo i loro processi ideativi e sem- pre più spesso ci si orienti verso forme di progettazione autonome nei contenuti e rispettose dei vincoli dimen- sionali e di forma degli oggetti, regalando un grado su- periore di libertà e di autonomia ai progettisti. Perché è dall’ufficio tecnico che la rivoluzione additiva deve ne- cessariamente passare per affermarsi definitivamente. FOTO: DMG MORI FOTO: TRUMPF

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