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65 rmo maggio2019 Così, mentre da una parte crescevano le macchine più ‘pure’ legate all’AM, dall’altra sono cresciute ancora di più gli esempi di macchine che utilizzano contem- poraneamente una o due tecnologie tradizionali cui si aggiunge poi quella dell’additive. I risultati sono più che interessanti e in alcuni casi hanno portato risultati importanti in materia di ricambistica e disponibilità di oggetti per i quali di solito era necessario mettersi in coda e aspettare il proprio turno. Un esempio su tutti viene, tanto per cambiare, dall’industria aeronautica che in più di un caso ha visto aziende specializzate nella manutenzione dei motori a reazione, dotarsi di costosi impianti per stampa 3D con il chiaro scopo di ridurre drasticamente i tempi di riparazione o manu- tenzione delle palette delle turbine. Un dato che sta oltre tutto a significare che anche qualitativamente i prodotti in questione sono del tutto paragonabili a quelli ricavati dal pieno, avendo ottenuto tutte le certificazioni necessarie a essere impiegati sugli aerei. Uno sdoganamento a tutti gli effetti e che oggi vede impegnate nello sviluppo di questa tecnologia molti dei protagonisti dell’industria della macchina utensile più tradizionale. Le prospettive future. A dare bene l’idea del cam- biamento davanti a cui ci troviamo sono i rapporti SmarTech che disegnano un profilo dell’AM nei princi- piali settori d’utilizzo. Nel mondo dell’automotive per esempio il fatturato mondiale del settore nel 2018 si è attestato attorno a 1,5 miliardi di dollari con una cre- scita del 40% rispetto al 2017. Ma se andiamo a vedere come è previsto possa crescere il peso nello specifico comparto vediamo che già fra cinque anni (2024) il peso sarà arrivato a 6,5 miliardi di dollari per crescere ciata il percorso da fare si rivelava lungo e soprattutto pieno di difficoltà. Queste ultime legate a due aspetti fondamentali: il cambio di mentalità nel passaggio da una concezione progettuale degli oggetti fatta attra- verso tecnologie sottrattive di materiale e lo sviluppo di tecnologie in grado di poter ampliare lo spettro di materiali da utilizzare per la realizzazione di oggetti in AM. Su tutto poi aleggiava un terzo elemento che era quello dei costi. Come sempre accade in questi casi i primi a farne uso i settori più all’avanguardia e più ricchi, quindi mag- giormente disponibili a impegnare cifre importanti pur di guadagnare un vantaggio competitivo: ae- rospaziale e gare automobilistiche. Shuttle e Nascar sono infatti i primi due campi industriali di applica- zione delle tecnologie di produzione stereolitografica. Crescono i materiali. Il vero e definitivo salto in avanti nella diffusione della produzione additiva è le- gato all’affermazione di tecnologie in grado di poter lavorare non solo su basi polimeriche, ma anche su metalli utilizzando la crescita tecnologica di altre aree industriali come ad esempio il laser. E al matrimonio inevitabile con il mondo della macchina utensile più tradizionale che vede nelle tecnologie additive uno strumento per offrire alla propria clientela strumenti di lavoro sempre più completi e in grado di affrontare con un solo piazzamento tutte le operazioni necessa- rie alla produzione. Sistema di prototipazione rapida della metà degli anni 80. FOTO: EOS
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