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64 rmo maggio2019 S e si dovesse indicare una data precisa e ufficiale per stabilire il giorno in cui è nata la tecnologia della stampa tridimensionale non ci sarebbero dubbi: 11 marzo 1986. Fu infatti proprio quel martedì che venne registrato il brevetto n° 4575330. E a voler es- sere proprio pignoli c’è anche un inventore ufficiale: Charles (Chuck per gli amici) Hull. Egli ebbe il merito di arrivare per primo al brevetto dell’‘apparato per la produzione tridimensionale di oggetti in stereolito- grafia’ (SLA), ma attorno alla questione ci si stava già lavorando da diversi anni. Da oltre dieci, se si cerca con attenzione nel mondo della storia della ricerca industriale. L’idea della prototipazione rapida è in- fatti dei primi anni 70, ma solo a metà del decennio seguente si arriverà a una vera e propria definizione industriale della tecnologia additiva. Dal brevetto alle prime applicazioni. Seguendo poi il filone cronologico, c’è da considerare che nello stesso anno in cui Chuck Hull registrava il suo brevetto, veniva fondata la 3D System, di cui lo stesso Hull era responsa- bile tecnico. Si trattava della prima azienda che aveva nel suo target commerciale la produzione e la vendita di macchine per la prototipazione rapida. Una attesa di un anno, fu poi sufficiente per arrivare alla commercia- lizzazione della SLA-1 che è a tutti gli effetti la prima macchina del genere a essere stata commercializzata. C’è da dire che la prima macchina per la produzione additiva era nata solo grazie alla possibilità di iniziare a progettare con strumenti evoluti come i CAD e av- valersi al tempo stesso di programmi CAM in grado di gestire un prodotto tecnicamente molto innovativo. Ma non solo: proprio a partire da quel lontano 1987 tutti i sistemi CAD tridimensionali hanno la possibilità di trasmettere file in formato STL che è quello utilizzato ancora oggi dai produttori di macchine per stampa 3D. Ben presto iniziarono a fiorire aziende che propone- vano prodotti concorrenti alla SLA-1 tutti del resto basati sull’utilizzo di polimeri come materia prima per la lavorazione. Anche se la strada era ormai trac- Dalla sottrazione all’ addizione WWW.THINKSTOCKPHOTOS.IT FOCUS ADDITIVE MANUFACTURING Il passaggio dalla produzione tradizionale a quella additiva promette grandi cambiamenti nel modo di affrontare i processi costruttivi. Il cambiamento c’è ed è evidente, ma come sempre accade non sarà una rivoluzione fatta nello spazio di un mattino. Il processo è iniziato e il cammino da fare è lungo e articolato di Corrado Martinelli

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