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24 rmo maggio 2019 INCHIESTA l’intervento di una persona per individuare le criticità: in modo automatico viene infatti inviata una notifica al server centrale ogniqualvolta serva sostituire un componente o regolare un parametro di programma- zione, segnalandolo a chi di competenza quando oc- corre intervenire, senza che debba accorgersene lui”. In tal modo è possibile sfruttare al massimo le poten- zialità del robot, eliminando il rischio legato al fattore umano. Anche nel mondo dei cobot rappresentato da Alumotion esistono quindi già soluzioni software progettate per massimizzare la produttività inviando SMS quando i robot richiedono l’intervento dell’opera- tore. “Il software Insights consente di controllare com- pletamente il robot da remoto - spiega Facchinetti di Alumotion -, e tutti i cobot UR sono inoltre dotati di supporto integrato per i protocolli EthernetIP, Profi- net, Modbus e TCP / IP, che offrono una struttura sicura per accedere ai dati dello stato del robot”. Ottimizzazione di processo. L’aggiunta di sensori ai robot abilita anche la raccolta dei dati in tempo reale per monitorare, risolvere e migliorare la produzione, automatizzandone le diverse fasi anche da remoto e ‘a luci spente’. “Con l’AI i robot riusciranno a ottimiz- zare i processi di automazione, imparando dai propri errori, estendendo la loro capacità di prevedere com- portamenti diversi da quelli nominali - dicono Bava e Crupi -. Oltre alla diagnostica del robot, l’AI consente anche un’analisi qualitativa del prodotto lavorato, generando avvisi in caso di anomalie, anche le più piccole, permettendo di intercettare sin dall’inizio un possibile componente difettoso”. Pecchenini prose- gue quindi spiegando che l’AI applicata all’analisi dei dati produttivi consente di insegnare ai robot a muo- versi nel modo più efficiente per eseguire un certo task, correggerne le traiettorie e ottimizzare l’utilizzo delle risorse in modo intelligente: “È possibile ad esempio verificare se le linee lavorano in modo sim- metrico, e intervenire dove l’impegno è maggiore per ridurre lo sforzo e l’usura dei componenti, estenden- done la vita e riducendo i costi”. Il tutto effettuato in automatico, grazie all’infrastruttura tecnologia dell’IoT e alla capacità di analisi dei big data di sof- tware e algoritmi specifici. Facchinetti porta quindi l’esempio di applicazioni di logistica interna, quali handling e kitting, che possono venire automatizzate con maggiore semplicità e rese molto più efficienti: “L’abbinamento fra un cobot e un sistema di visione consente al robot di gestire queste operazioni anche in presenza di oggetti di dimensioni, peso e materiali diversi, senza ricorrere a modelli 3D CAD preinseriti. Anche agendo con un insieme eterogeneo e disordi- nato di oggetti, il robot li ‘riconosce’, procedendo alla loro corretta collocazione”. Vengono così meno o si semplificano drasticamente tutta una serie di compli- cazioni di programmazione, con enorme guadagno in flessibilità ed efficienza. Oltre ai livelli di sofisti- cazione raggiunti dai sensori di forza e visione, che consentono al robot di ‘sentire e vedere’ come fosse umano, Fanuc porta quindi l’esempio della funzione LVC, software che permette al robot di apprende le caratteristiche di vibrazione impiegando un accele- rometro, per ottimizzare la traiettoria e raggiungere accelerazioni più elevate mentendo al minimo le vi- brazioni anche alla velocità massima, funzione assai utile nella saldatura ad arco. Migliore ergonomia cognitiva nell’interazione tra robot e operatori.

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