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ranno la trasformazione digitale. Devid Mapelli è Solu- tions e marketing director di Dimension Data, azienda che è proprio immersa all’interno di questo vortice di cambiamenti. “Il problema è la strategia e l’organiz- zazione delle aziende - spiega - perché le tecnologie ci sono e sono in evoluzione ma quel che manca è come implementarle e utilizzarle”. Il report Top IT Trends 2019 di Dimension Data fa proprio riferimento a sei fattori chiave che sottolineano proprio quello che va dicendo Mapelli. “Ciò che emerse analizzando le aziende è che la strategia della customer experience è multipla composta da tutto quanto emerge dalle sin- gole business unit e non è una strategia complessiva dell’azienda; non è globale e quindi non è possibile integrare e trasformare i dati che arrivano separata- mente e in tempi differenti. Tutto questo non agevola la direzione aziendale e la sana strategia. “Dato e in- formazioni, un passaggio ancora non proprio chiaro perché le aziende faticano a trovare la chiave di let- tura o meglio di trasformazione che sappia portare dal dato all’informazione”. Mapelli sottolinea proprio questo aspetto. “Una strategia complessiva, quindi cosa serve a… o per…, perché negli anni si è assistito a una crescita notevole di tecnologie e di canali che, a livello digitale, hanno raccolto dati , purtroppo se- parati tra di loro”, continua Mapelli. L’intento di se- guire una strategia omnicanale continua a essere una tendenza dominante e il numero di canali che abili- tano le interazioni continua a crescere. Purtroppo, la maggior parte delle implementazioni è ancora a silos e un’esecuzione non coesa contribuirebbe ad aumen- tare la frustrazione anziché semplificare l’operatività per il cliente. La progettazione di un efficace percorso di trasformazione per il cliente attraverso molteplici canali rimane dunque una sfida. Omnicanalità non si- gnifica necessariamente includere tutti i canali perché ciò che davvero conta è il valore offerto al cliente e all’organizzazione, non il numero dei canali utilizzati. L’analisi da cloud strutturato. Un caso significativo per quanto riguarda la spinta al cloud arriva da Acro- nis, una società conosciuta in ambito backup e oggi, abbracciano il cloud è arrivata a sfiorare il 30 per cento di fatturato. Mauro Papini è South Europe MED & Me country director afferma: “Lavoriamo a più livelli, con la maggior parte dei brand e serviamo quasi tutti i verti- cali”, dice. Lasciato alle spalle il consumer, oggi Acronis si è spostata sul corporate automation, sull’automotive che sono settori di mercato in cui l’azienda sta andando meglio, grazie al fatto che stanno migliorando i pro- cessi produttivi e trainando anche il mondo IT. Papini, infatti, ne nota la tendenza: da ambienti marginali per il mondo IT, stanno diventando ambienti IT a tutti gli effetti. E il cloud? Papini spiega: “Il concetto sta nel modello di business che ci sta dietro: genera revenue ricorrenti che crescono in base all’utilizzo di queste soluzioni e si rivelano vincenti; il canale percepisce il cambiamento e ne trae i benefici e il cloud è una delle poche situazioni in cui si vede ancora una crescita gene- rale sul canale e sul vendor e dove il prezzo non è più una variabile determinante”. Come ha fatto Acronis? “Ai fini della transizione verso il cloud abbiamo fatto una cosa rischiosa: abbiamo riscritto completamente i prodotti, codice dopo codice, per offrire, in ottica cloud, gli stesi prodotti e che dessero gli stessi risultati. Offriamo back up, disaster recovery, sincronizzazione dati, protezione ransomware, un insieme di servizi che 28 rmo aprile 2019 INCHIESTA

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