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22 rmo aprile 2019 ECONOMIA Nel 2009 la macchina utensile e l’industria meccanica italiana attraversavano uno dei momenti più difficili mai vissuti. Oggi le cose sono molto diverse e i dati (insieme alle tendenze) parlano chiaro: il futuro marcia sui binari della crescita e dell’innovazione e le imprese di casa hanno buone carte in mano di Corrado Martinelli Il decennio del cambiamento C osa è successo alla machina utensile e ai suoi mercati di riferimento negli ultimi due lustri? Cosa è successo soprattutto in Italia? Ci riferiamo in questo caso ai costruttori di macchine nazionali e al mercato degli utilizzatori. Se il periodo fra 2008 e 2009 è da considerarsi come uno dei più difficili (se non il più difficile in assoluto) che l’industria mecca- nica e della machina utensile abbia dovuto mai af- frontare, possiamo dire che la reazione c’è stata ed è stata decisamente forte. La deflagrazione della crisi del 2009 ha inoltre accelerato determinati processi che erano già presenti nel mondo e che hanno in- vestito il settore come uno tsunami. Ci riferiamo alla definitiva globalizzazione dei mercati e alla afferma- zione sempre più importante dei fenomeni di digita- lizzazione della produzione. Partiamo dallo stato dell’arte: il mondo della mac- china utensile italiana è in salute. E si tratta di un dato che riguarda sia i costruttori nazionali sia il mondo degli utilizzatori. Partiamo dai costruttori: dopo la vera e propria debacle della fine dello scorso decennio, i costruttori italiani di macchine uten- sili avevano necessariamente riversato sui mercati internazionali la propria produzione che comun- que era, a cavallo del 2009, letteralmente crollata. Questo accompagnato dalla scarsità di investimenti interni aveva suggerito alle aziende di spostare la propria attenzione ai mercati esteri. Il risultato era stata una considerevole impennata della percentuale dell’export sul fatturato complessivo e una crisi del mercato interno destinata a prolungarsi. Negli anni della crisi del mercato interno, i costruttori italiani di macchine utensili sono stati capaci di accettare le sfida dell’innovazione e al tempo stesso organizzarsi velocemente verso quei mercati che risultavano più ricettivi. Oggi la macchina utensile italiana vale quasi 7 miliardi di euro di fatturato e si piazza al quarto posto nella classifica mondiale dei produttori, dietro Cina, Germania e Giappone. Esportare per crescere. Dinamiche simili (seppur con percentuali differenti) hanno caratterizzato il mercato degli utilizzatori di machine utensili. Per anni infatti a reggere l’urto della crisi sono stati co- loro che si erano attrezzati per competere sui mercati dell’export, anche grazie alla capacità tutta italiana
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