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29 rmo marzo 2019 lare - spiega Oddo - significava automatizzare l’intero processo produttivo, mentre oggi questo connubio va visto sotto un’ottica diversa: interagisce con il lavora- tore diventandone quasi un collega”. Secondo Oddo, la tendenza del software va verso il cosiddetto deskil- ling del programmatore. Si pensi che nel 1974 Harry Braverman pubblicò un libro nel quale si effettuava un’analisi del peggioramento della condizione dei lavoratori. Dai lavoratori specializzati ci si aspettava che svolgessero lavori con minori abilità creando un demansionamento ed è un po’ quello che è accaduto ai programmatori in questi ultimi anni. Secondo Oddo, “non è più necessario saper programmare con linguaggio C per essere un programmatore ma la tendenza è quella della programmazione grafica e di illustrazione; tendenze o competenze che vanno a cambiare il paradigma di chi può o non può interve- nire sulle macchine. Oggi, se pensiamo alla robotica indossabile, si pensa al robot in interazione fisica con la persona, se pensiamo alla robotica impiantabile, il robot entra in contatto con le funzioni sensoriali”, afferma. Rapporto prodotti/consumatori. In ambito di in- novazione in chiave di Industria 4.0, alcuni ricercatori spiegano che la trasformazione digitale, il modo di produrre e la semplificazione siano la faccia di una stessa medaglia e la risposta è proprio l’IoT. Secondo Mario Rapaccini, professore di ingegneria economico- gestionale Dipartimento di Ingegneria presso l’Uni- versità di Firenze, “con l’analisi dei dati si possono comprendere le esigenze di ogni singolo cliente”. At- traverso l’analisi di un comparto di imprese afferenti all’Anie si è scoperto che sono ‘prodotto-centriche’ per il 75% dei casi e non ci sono servizi che creano risposte a esigenze specifiche. Le linee di business di servizi e soluzioni integrate mostrano crescite più im- portanti. “Le grandi aziende sono consapevoli dell’im- portanza dei servizi ma definire uno stato avanzato degli stessi è ancora presto. Le imprese affermano che l’aspetto principale è ricevere servizi a supporto del cambiamento in ambito ricerca e sviluppo e sviluppo software su tecnologia industriale”, conclude. Importanza del software. L’hardware è sicura- mente importante ma ciò che si è sviluppato molto, grazie a Industria 4.0, è il software che ha il compito di gestire i dispositivi intelligenti e la mole di dati a disposizione ancora poco utilizzate o solo parzial- mente grazie al fatto che i software sono diventati così semplici da permettere l’integrazione di solu- zioni che possono essere contestualizzate. A questo punto si riapre il capitolo che passa dal dato all’in- formazione. Secondo Mauro Galano, rappresentante WG Software Industriale, Anie Automazione, “l’area software industriale ha avuto un notevole sviluppo. Se solo si pensa a una ventina di anni fa - spiega - si parlava solo di Scada, oggi invece si assiste a una maggiore integrazione tra Scada e software molto standardizzati con una più semplice automazione senza interfaccia con l’IT. Si pensi all’evoluzione dei sistemi Mes: sono importanti e anche invasivi e offrono performance importanti a fronte di inve- stimenti consistenti. Per integrare Mes o business intelligence si è passati dai device ai software IoT inserendoli in un’architettura preesistente per effi- cienza e credibilità. Si è anche assistito a uno sviluppo di queste piattaforme innovative e facili da gestire - spiega Galano - che trovano soluzioni immediate a problemi insoluti”, chiude.

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