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PERSONAGGIO DEL MESE 18 rmo gennaio/febbraio 2019 si poteva fidare di lui a lasciare in eredità l’azienda che aveva costruito: voleva vedere se mio nonno sarebbe riuscito a convincere qualcuno a prestargli del denaro per quell’impresa, perché sarebbe stato il segno che qualcuno aveva fiducia nella sua scom- messa imprenditoriale. Mio nonno riuscì a farseli prestare da uno zio contadino. A quel punto Rossi disse a mio nonno: ‘Mi hai convinto, mi pagherai l’azienda un poco per volta. Io fra un anno tornerò, chiamerò i miei clienti principali, e vorrò sentire da loro cosa pensano della vostra gestione’. E così fece, ne rimase soddisfatto e promise a mio nonno che il giorno che Rossi fosse andato in pensione avrebbe venduto le sue quote a mio nonno. Un giorno mio nonno arrivò al lavoro e non trovò più in azienda Sala, che operava ancora come responsabile di pro- duzione. Era il 1962. Chiese in officina e gli venne detto che era andato in pensione il giorno prima. Allora mio nonno lo contattò e Sala gli cedette le sue quote di Monzesi. Questa data segna il passag- gio dell’intera proprietà alla mia famiglia”. Un’altra tappa significativa è il 1973-1974: l’ingresso in azienda della seconda generazione. “Esattamente. Nel 1973 entrano in azienda i due figli di mio nonno, e l’anno successivo vede l’in- gresso di mia madre e sua sorella. Quel momento segna l’inizio della gestione dell’azienda da parte della seconda generazione Salvioni. Mio nonno, che è mancato nel 1989, è comunque rimasto sempre presente in stabilimento”. L’avvento della seconda Una batteria di torni a revolver nel 1924 e lo stabilimento produttivo di Nova Milanese oggi. generazione ha portato con sé dei cambiamenti, mutuati anche da un clima storico e tecnologico di- verso: dalla produzione in serie di macchinari più tradizionali si passa a una costruzione, sempre in serie, ma di macchine più a controllo numerico, ossia più automatizzate”. E arriviamo alla seconda metà degli anni 90 quando lei entra in azienda, ossia la terza generazione. La sua è stata una vera e propria gavetta. “Io ho iniziato a lavorare in azienda nella seconda metà degli anni 90, facendo appunto la gavetta nel reparto montaggio delle macchine. Poi sono an- dato a lavorare nella nostra filiale negli Stati Uniti nata nel 92. Tornato in Italia, sono andato a lavo- rare in altre realtà del settore dell’automazione, che sono poi entrate a far parte del Gruppo Mon- zesi. Tornato negli Stati Uniti, mi sono trasferito lì definitivamente nel 2007 e vi sono rimasto per altri due anni e mezzo”. Nel frattempo però, nel 2008, arriva la grande crisi mondiale scatenata dal fallimento della Lehman Brothers. E anche il percorso di Monzesi subisce un contraccolpo. “Esatto. In quegli anni Monzesi che era diventata una grande realtà: aveva acquisito le Officine Meccaniche Viotto di Canzo, stava crescendo di dimensioni e cambiando anche tipologia di clienti diventando sempre più importante. In quel mo- mento l’azienda si è trovata ad affrontare una crisi
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